Noi siamo le rivolte della terra

Questo che segue è un documento di Les soulevements de la terre (apparso su Comune-Info) uno dei più interessanti e repressi movimenti francesi degli ultimi anni che declina le proteste ambientali con la gestione dell’acqua, delle terre e contro l’agricoltura intensiva, senza separare le questiona ecologica dalla questione sociale.
Consapevoli che: “L’attuale movimento, nella sua eterogeneità, è stato questa volta avviato e ampiamente sostenuto da forze diverse dalle nostre… Possiamo solo rallegrarci del fatto che oggi la maggioranza degli agricoltori blocchi il paese. Certo è un peccato che, nei negoziati col governo, siano rappresentati dalla FNSEA e dai padroni dell’agroindustria…”.
Come avviene, ora, in tutti i movimenti “agricoli” in Europa, anche in Italia le contraddizioni sono evidenti, come evidenti sono i tentativi delle destre e dei governi di “appropriarsi” di istanze, che possono essere quelle fiscali o quelle protezioniste o altre ancora, purché capaci di dare legittimità al potere politico.
Uno tra le principali ragioni che spingono gli agricoltori alla protesta è che i gruppi industriali intermediari sia a monte che a valle del processo agroindustriale “…li spossessano dei prodotti del loro lavoro…”. Gli accordi internazionali di libero scambio accelerato questi processi: così si riduce il numero di contadini e l’agroindustria espande superfici agricole e profitti.
A tutto questo si aggiunge la brutalità del cambiamento climatico, di cui l’agricoltura industriale è tra le principali cause.


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