Gli infortuni in Italia

I dati sugli infortuni pubblicati dall’INAIL ed elaborati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering riscontrano che da gennaio a luglio 2023 il bilancio delle morti sul lavoro è ancora drammatico: sono 559 le vittime di cui 430 in occasione di lavoro e 129 in itinere, con una media di 80 decessi al mese.
Ecco una sintesi dei dati…

Gli infortuni mortali in numeri assoluti
Sono 559 le vittime sul lavoro in Italia: quelle in occasione di lavoro sono aumentate del +4,4% rispetto a luglio 2022 (430 contro 412) mentre quelle in itinere hanno visto un calo del -17,8% rispetto a luglio 2022 (129 contro 157).
La regione con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro è la Lombardia (74). Seguono: Veneto (40), Lazio (36), Campania e Piemonte (33), Emilia Romagna (31), Puglia (29), Sicilia (26), Toscana (21), Abruzzo (16), Marche (14), Umbria e Calabria (13), Friuli Venezia Giulia (12), Trentino Alto Adige e Liguria (11), Sardegna (10), Basilicata (5) e Valle d’Aosta e Molise (1).

La zonizzazione a colori delle regioni
L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa: in questo modo è possibile confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni anche se caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.
Il rischio infortunistico nelle regioni italiane assume quindi dei colori così definiti dall’Osservatorio Vega:
Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale
Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale
Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale
Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale
Secondo questa elaborazione, nei primi sette mesi del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 18,6 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) in zona rossa troviamo: Umbria, Abruzzo, Basilicata e Calabria. In zona arancione: Friuli Venezia Giulia, Puglia, Marche, Trentino Alto Adige, Campania, Sicilia e Veneto. In zona gialla: Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Sardegna, Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. In zona bianca: Toscana e Molise.
Sulla pagina dell’Osservatorio Vega sono disponibili i grafici e i dati.

Denunce di infortunio
Le denunce di infortunio registrate da gennaio a luglio 2023 sono in diminuzione del 21,9% rispetto allo stesso periodo del 2022: erano 441.451 a fine luglio 2022, sono scese a 344.897a luglio 2023. Il decremento è evidente già da mesi e conferma la scomparsa degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche: le denunce di infortunio nel solo settore Sanità infatti sono calate del 63% (da 60.602 di luglio 2022 a 16.389 di luglio 2023).

I dati suddivisi per settori economici
Il più elevato numero di denunce arriva dalle Attività Manifatturiere (42.807). Seguono: Costruzioni (18.727), Trasporto e Magazzinaggio (17.905), Commercio (17.303) e Sanità (16.389).
In termini di numeri di decessi in occasione di lavoro, il maggior numero si rileva sempre nel settore Trasporti e Magazzinaggio (61), seguito dalle Costruzioni (58), dalle Attività Manifatturiere (51) e dal Commercio (32).

Le fasce d’età più colpite
La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (154 su un totale di 430).
In termini di incidenza degli infortuni mortali, i lavoratori con età compresa tra i 15 e i 24 anni evidenziano un rischio ben superiore rispetto ai colleghi di età compresa tra i 25 e i 34 anni (15,7 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 9,5). L’incidenza più elevata è quella rilevata nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (65,5), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (32).

Altri dati
Per i lavoratori stranieri rimane elevato il livello d’emergenza: sono 79 i loro infortuni mortali in occasione di lavoro mentre sono 24 quelli in itinere. Il rischio di infortunio mortale per loro è quasi doppio rispetto agli italiani, con un’incidenza di mortalità di 33,3 contro il 16,9 degli italiani.
Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane da gennaio a luglio 2023 sono state 121.095, quelle dei colleghi uomini 223.802. Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a luglio 2023 sono 25, mentre 14 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.
Secondo i dati aggiornati a luglio 2023, il mercoledì è il giorno della settimana in cui si verificano più infortuni mortali (20,5%).

1 commento

  1. Dalla mia esprienza penso che uno dei problemi principali legati agli infortuni sia anche la mancanza di tranquillità psicologica del lavoratore.
    Girando molte fabbriche della zona di Biella come meccanico esterno mi trovo molto spesso sotto pressione dei titolari e dei capi reparto per far ripartire i macchinari il più in fretta possibile. Richieste molte volte espresse anche in maniere molto poco educate.
    E anche con i propri dipendenti la maleducazione, e i sotterfugi per apparire più furbi e saccenti sono all’ordine del giorno. Se non si ha una forte stabilità psicologica, si può creare una situazione che porta, pur di non sentire parole o lamentele, a far muovere ” il corpo più velocemente del cervello” mettendosi così in situazioni pericolose.

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