La ragionevolezza giuridica non rende mai debole uno Stato
La campagna Morte di pena. Per l’abolizione dell’ergastolo e del 41bis si rafforza anche grazie al documento di Antigone sul caso Cospito.
Spetta a questo, al Ministro della Giustizia, ai giudici prendere una decisione che salvi la vita di Cospito revocando la misura del 41-bis e garantendo che la pena nei suoi confronti sia rispettosa del principio di umanità. Lo chiediamo da settimane, a prescindere da qualunque pressione di piazza, e la richiesta si fa ogni giorno più ineludibile.
Come ha scritto Patrizio Gonnella in un commento su Il Manifesto, il 41-bis non è stato pensato nel 1992 per recludere un detenuto come Alfredo Cospito. Aveva ben altri obiettivi.
Insieme a Amnesty International Italia e A Buon Diritto ci siamo appellati al Ministro per una decisione umanitaria e politica che non si faccia condizionare da eventi esterni. Intervenire sul caso Cospito significa riportare il caso dentro un’area di ragionevolezza e umanità che è l’unica che deve riguardare lo Stato e le sue istituzioni. E’ proprio affrontando questo caso nel solco di questa ragionevolezza, come ha scritto Susanna Marietti nel suo blog su Il Fatto Quotidiano, che si contribuirebbe a riproporre anche in fase esecutiva della pena il sacrosanto principio di proporzionalità evitando generalizzazioni che non giovano alla lotta al crimine organizzato.
Qui il documento di Antigone: