Dal biologico al digitale: traducibilità del vivente?

Questa è un’interessante intervista di Alessandra Pagliaru al filosofo e psicanalista argentino Miguel Benasayag (apparsa su il manifesto di venerdì 23 settembre).

Il progetto reazionario è credere a una razionalità assoluta in cui esiste un multiverso secondo cui i corpi devono piegarsi all’inumano, all’inanimato dell’algoritmo

Partecipare alla vita e alla sua complessita-Miguel Benasayag.pdf

Miguel Benasayag (Buenos Aires, 1953) vive da molti anni a Parigi, dopo quattro anni trascorsi nelle carceri argentine per aver militato nelle fila dell’Esercito Rivoluzionario del Popolo.
In Francia continua a studiare e comincia la sua attività clinica che ancora oggi dedica in particolare all’infanzia e l’adolescenza.
L’ambito delle sue ricerche è però molto più vasto, dalla filosofia all’antropologia e la sociologia e, negli ultimi anni, l’interfaccia tra epistemologia e biologia con una attenzione all’intelligenza artificiale e alle sue ripercussioni.
Con il collettivo Malgré Tout, di cui fa ancora attivamente parte dagli anni Ottanta, ha pubblicato in aprile del 2020 «Piccolo manifesto in tempi di pandemia» (scaricabile dal sito di nottetempo). Molti dei suoi volumi sono tradotti in italiano. Si ricordano: «
Il mito dell’individuo» (2002), «Contropotere» (con Diego Sztulwark, 2002), «Resistere è creare» (con Florence Aubenas, 2004), «Per una nuova radicalità» (con Dardo Scavino, 2004), «Malgrado tutto» (2005), «Contro il niente» (2005), «Il mio Ernesto Che Guevara» (2006), «L’epoca delle passioni tristi» (con Gérard Schmit, 2004); «Elogio del conflitto» (con Angélique del Rey, 2007), «La salute ad ogni costo» (2010), «C’è una vita prima della morte?» (con Riccardo Mazzeo, 2015), «Il cervello aumentato, l’uomo diminuito» (2016), «Oltre le passioni tristi: Dalla solitudine contemporanea alla creazione condivisa» (2016), «Funzionare o esistere?» (2019), «La tirannia dell’algoritmo» (2020), «Cinque lezioni di complessità» (con Teodoro Cohen, 2020). L’ultimo testo è «La responsabilità della rivolta», insieme an Andrea Colamedici.

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