Cade l’associazione a delinquere: liberi i sei sindacalisti Usb/Si Cobas

Da il manifesto apprendiamo che, ancora una volta, la Magistratura, che si dedica a ricostruzioni fantasiose per attuare la repressione di ogni forma di lotta e di dissenso, ha sbagliato. Ma noi sappiamo che non si fermeranno perché i teoremi repressivi sono efficaci per salvaguardare il sistema basato su ingiustizia e sperequazioni.

Inizia a perdere pezzi il teorema della procura di Piacenza contro i sindacalisti Usb e Si Cobas arrestati il 19 luglio scorso. Ieri il tribunale del riesame di Bologna ha fatto cadere l’accusa di associazione a delinquere e revocato i domiciliari per Issa Mohamed Abed, Mohamed Arafat Ali, Aldo Milani, Roberto Montanari, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli. Per tutti resta l’obbligo di firma tre volte a settimana.
Entro 45 giorni il giudice depositerà le motivazioni della decisione. A quel punto sarà possibile il ricorso in Cassazione, con la difesa che potrebbe chiedere la revoca anche dell’obbligo di firma. Nell’inchiesta sono coinvolti anche Fisal Elmoursi Elderdah e Riadh Zaghdane, contro cui non era stato disposto l’arresto.
«La lotta paga. Avanti così finché non saranno liberi del tutto», esultano i Si Cobas. «Esprimiamo soddisfazione per l’esito favorevole del riesame ma manteniamo inalterato il giudizio sul gravissimo operato della procura di Piacenza», fa eco l’Usb.
I sei esponenti dei sindacati di base sono stati protagonisti in questi anni delle lotte nel mondo della logistica che hanno fatto crescere diritti e salari tra i lavoratori del settore. La procura di Piacenza, non nuova a procedimenti contro le organizzazioni conflittuali, li ha accusati di associazione a delinquere, violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio.
In pratica sono finiti sotto accusa i picchetti davanti ai magazzini per impedire l’ingresso della merce, cioè il principale strumento di lotta dei sindacati di base, e i «troppi» scioperi convocati per migliorare le condizioni dei lavoratori. Per questo subito dopo gli arresti le due organizzazioni avevano denunciato: «Siamo accusati del reato di sindacato».

il manifesto, 6/8/2022



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