assemblea :: La difesa della Costituzione passa dalla ripresa del conflitto sociale.

Dobbiamo difendere la Costituzione. Sì, dobbiamo farlo per ciò che contiene, per ciò che ci chiede, non per nostalgia o fedeltà alla storia o per difenderci dalle destre.
Dobbiamo difendere la Costituzione da chi l’ha già manomessa e da chi la vuole stravolgere.

Non dimentichiamo che i primi attacchi assestati alla Costituzione sono arrivati da parte “democratica e progressista”: dalla riforma del regionalismo all’autonomia differenziata, dal reato di clandestinità agli accordi con la Libia, fino all’ingresso in Costituzione del “pareggio di bilancio” e il tentativo di Renzi respinto con i referendum!
Non dimentichiamo lo sfacelo delle sanità regionali durante l’emergenza del Covid-19 e nemmeno i governi presieduti da Presidenti del Consiglio non eletti, nominati da Presidenti della Repubblica che hanno favorito l’anomalia del secondo mandato!

Dobbiamo sapere che ora la difesa della Costituzione avviene in mezzo alle macerie della democrazia rappresentativa, una deriva iniziata trent’anni fa con Berlusconi, che non ha trovato la resistenza adeguata, anzi spesso ha trovato la complicità della cultura del governismo e dell’alternanza.

C’è un pezzo di società che ha cercato di praticare la difesa della Costituzione attraverso forme di antifascismo e solidarietà attivi. Ci riferiamo ai tanti comitati antifascisti nati nelle città del Paese; ai giovani dei centri sociali nelle città sventrate dalla “riqualificazione urbana”; ai comitati nati a difesa del territorio contro le grandi opere, le dighe, le trivellazioni, gli inceneritori, ecc.; a migliaia di giovani che si sono attivati per accogliere e difendere i migranti dal razzismo dilagante e dall’arroganza ottusa delle istituzioni locali; alle reti dei giovani delle parrocchie che agiscono in aiuto ai poveri e agli emarginati o in solidarietà ai detenuti schiacciati da condizioni disastrose. Questi giovani hanno difeso la Costituzione in questi anni e l’hanno fatto senza contropartita.

Molti di loro hanno pagato a causa della repressione poliziesca voluta dalla politica e da un Magistratura abituata a costruire teoremi fantasiosi. Tutti pagano quotidianamente le resistenze di istituzioni impegnate più nell’autoconservazione che a garantire il benessere dei cittadini.
Questo bisogna sapere quando si fanno appelli per la difesa della democrazia e della Costituzione.

Contro le destre contano le pratiche politiche: l’azione dei cittadini per arginare il degrado della società e salvaguardare le relazioni umane, per difendere il territorio dalle speculazioni; le lotte per difendere i posti di lavoro, per migliori condizioni e salari giusti; le azioni di lotta e disobbedienza contro il degrado della politica.

Per fermare le destre (e i nuovi “liberalisti”) e per difendere la Costituzione è necessaria la ripresa del conflitto sociale diffuso e organizzato.


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