Diritto di asilo in Italia tra violazioni e mancanza di risorse

L’Asylum Information Database (AIDA) è un progetto che offre ogni anno una panoramica sul diritto d’asilo in Europa,  promosso dal Consiglio europeo per i rifugiati e gli esuli (ECRE). Si tratta di un importante strumento di analisi per capire cosa  incontra chi cerca protezione in Europa nei diversi Stati – 23 Paesi, 19 UE e 4 non appartenenti all’Unione europea – per i quali vengono realizzati i monitoraggi. 

Il Rapporto sull’Italia, appena pubblicato, è curato dall’ASGI e delinea un quadro aggiornato sull’accesso alla protezione in Italia attraverso le segnalazioni raccolte nel corso del 2021 e nei primi mesi del 2022.  

Permangono le difficoltà di accesso al territorio italiano da parte di quanti fuggono da situazioni di rischio, bloccati in mare dai pattugliamenti delle motovedette libiche, finanziate dall’Italia attraverso il memorandum e via terra, dove si continuano a registrare respingimenti alle frontiere. Una volta in Italia risulta difficile chiedere protezione a causa delle prassi non uniformi nelle diverse questure e delle lunghe attese per la formalizzazione della domanda di asilo. 

La gestione straordinaria dell’accoglienza rimane prevalente visto che ogni 10 richiedenti asilo, 7 vengono ospitati nei Centri di Accoglienza straordinaria. L’uso delle navi quarantena, accanto alle difficoltà di accesso delle associazioni di tutela ai centri di detenzione e agli hotspot limita la libertà dei cittadini stranieri e le possibilità di tutela da parte delle ONG, che vedono, però archiviare diversi procedimenti penali in cui erano imputate per aver soccorso e aiutato i migranti . 

Qui una sintesi del Rapporto in italiano

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