“insorgiamo” :: Gkn. Incontro con la nuova proprietà

Care e cari,

oggi c’è stato il primo incontro tra l’RSU del collettivo di fabbrica, la FIOM e Francesco Borgomeo, come nuovo proprietario dello stabilimento di Campi Bisenzio.

Dopo il 23 dicembre scorso la proprietà è passata ufficialmente dal fondo Melrose e da Gkn Driveline al nuovo soggetto, la QF, che dovrebbe fungere da traghettatore verso i nuovi potenziali investitori. Durante il tavolo MISE che si è svolto a fine dicembre tutti sono saliti sul carro dei vincitori, a cominciare dal viceministro Todde (peraltro neppure presente al tavolo), presentando la soluzione trovata e l’annullamento dei licenziamenti come una grande vittoria delle istituzioni, locali e nazionali, e come grande atto di responsabilità da parte dell’ex advisor di Gkn. Una vera e propria standing ovation, amplificata da media convenzionali e non: il cavaliere buono sul suo cavallo bianco salva posti di lavoro e un intero stabilimento, destinati a morte certa. Va ribadito però un concetto, che noiosamente vi sottolineo ogni pié sospinto: non ci sarebbe stato nessun salvatore senza una fabbrica occupata, un collettivo in lotta e un territorio insorto.

Una prima vittoria c’è stata, certo, ma è tutta accreditabile a chi ha scelto di forzare quei cancelli quel 9 luglio e a chi ha vinto un articolo 28 per condotta antisindacale a fine settembre. Sennò, oggi, saremmo a contare 500 posti di lavoro in meno e un ecomostro in dismissione in più. Per questo il collettivo di fabbrica e il gruppo supporto non smobilitano, tutt’altro, e mantengono l’assemblea permanente a presidio dello stabilimento.

Oggi il piano di lotta si è spostato su due livelli, tra loro complementari: il confronto sindacale e la comunicazione. Per quanto riguarda la trattativa, i punti del contendere sono molti: dal numero di persone che verranno assunte per la manutenzione all’integrazione per la cassa integrazione ordinaria, dalle ferie spettanti, alla reinternalizzazione delle lavoratrici in appalto al rispetto di tutta l’accordistica interna. Ma c’è una cornice generale che andrà considerata, altrettanto importante: la firma di un accordo quadro che permetta di tenere dentro tutto questo in una visione coerente, e la necessaria trasparenza su nuovi compratori, piani industriali e reindustrializzazione conseguente. Senza tutto questo, ad oggi, si parla di nulla, e gli scenari che emergono in altri contesti, vedi il disastro Air Italy, suggeriscono cautela e molta attenzione. In tutto questo la comunicazione assume un ruolo fondamentale. La narrazione del salvataggio da parte dell’imprenditore responsabile rischia di mettere in secondo piano tutti i pericoli che si nascondono dietro un traghettamento che è appena iniziato e che potrebbe tirar fuori brutte sorprese in corso d’opera. Per questo, parallelamente al processo sindacale, verrà rafforzata tutta la componente di informazione, comunicazione, propaganda riorganizzando il team in una riunione che faremo nei prossimi giorni, e trovando una strategia comunicativa adeguata alla nuova fase.

Oggi, paradossalmente, i rischi sono maggiori di alcuni mesi fa, perché il tentativo di normalizzazione imposto da istituzioni e dalla nuova proprietà spinge per ridimensionare la lotta, farla apparire come vincente e quindi risolta, perché se un collettivo di fabbrica mobilitato per i propri diritti crea disagio, un’insorgenza che prova a creare convergenze e conflitto è un problema.
Del resto questi sei mesi di lotta raccontano una storia che va oltre i confini di Campi Bisenzio e che sottolinea come non ci si possa salvare da soli, e che il fatto che non siano riusciti a sfondare in Gkn non significa che tutto sia risolto. Rimane in piedi la necessità di mobilitare e di mobilitarsi, e soprattutto di cercare convergenze: alcuni giorni fa siamo stati a Marradi, al confine con l’Emilia, a sostenere il presidio delle lavoratrici dell’Ortofrutticola del Mugello a rischio licenziamento per lo spostamento delle loro produzioni nella bergamasca (https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/01/02/chiude-fabbrica-marradi-rsu-gkn-porta-solidarieta_b4d8c75d-299b-48ba-b6b6-f3e9a1ba43f0.html).

Si sta pianificando una visita a Jesi alla Caterpillar in lotta, per rafforzare i collegamenti con i lavoratori e le lavoratrici, e con il gruppo di supporto appena nato in difesa della fabbrica.Continua l’insorgiamo tour in Toscana, con il prossimo appuntamento al teatro Monni di Campi Bisenzio il 16 gennaio, nel pomeriggio, con uno spettacolo con David Riondino.

Ed infine c’è un appuntamento lanciato per fine marzo, un nuovo “tenetevi liberi”, per una grande mobilitazione sociale che sappia far convergere le varie realtà di movimento come successe, come primo passo, il 30 ottobre scorso a Roma in occasione del G20. E’ un percorso che andrà costruito assieme, passando dal Forum delle Convergenze che come Società della Cura stiamo programmando per fine febbraio e di cui discuteremo nelle prossime assemblee.

Per ora è tutto, un abbraccio e un augurio di un buon 2022.

Alberto

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