Sembra regnare l’inconsapevolezza tra le file della Lega e della destra biellese. Ancora un’uscita improvvida contro la distribuzione dei migranti nel paese.
Ignoranza o forse scarsa memoria impediscono a questi signori di ricordare che molti biellesi sono stati migranti, trattati male nei paesi d’arrivo ma certo con sofferenze minori di quelle che patiscono gli attuali migranti africani o del Medio Oriente. Ma anche politicamente ridicoli quando si fanno paladini della sicurezza che avrebbero garantito ai cittadini con il loro intervento… Peccato che questa sicurezza non solo non è mai stata minacciata dai migranti, ma la tranquillità del loro faticoso inserimento è stata garantita da altri soggetti, dalle associazioni di volontariato (osteggiate dalle istituzioni locali) che hanno permesso di dare un po’, solo un po’, di dignità a queste persone in fuga da guerre e povertà!
Niente di nuovo, sono solo i “nuovi fascismi” che mettono le vesti del nazionalismo identitario per raschiare il barile fetido del consenso facile. Il governismo autoreferenziale è il sintomo più evidente della crisi della politica.
Le verità sono altre, i cittadini chiedono sicurezza: sulle strade dissestate e minacciate dalle frane a causa dell’incuria delle istituzioni; sicurezza nell’accedere ai servizi sanitari del territorio cancellati da anni di tagli e privatizzazioni; sicurezza sul lavoro dove gli incidenti sono sempre più numerosi così come i morti. Queste sono alcune delle sicurezze che i cittadini vorrebbero avere garantite ma che le istituzioni locali, come quelle nazionali, non sanno fornire.
Ma è più facile fare chiacchiere, quelle che potrebbero trovare posto al bar ma che, vista le competenze di chi ci governa, si possono fare ovunque, anche in Consiglio comunale.
Non si affittano case ai meridionali
In merito all’articolo apparso su “Eco di Biella” di lunedì 28 giugno 2021 dove il vicesindaco G. Moscarola e il capogruppo della Lega A.Ercoli hanno espresso la contrarietà da parte del Carroccio rispetto all’accoglienza di persone migranti sul territorio biellese e l’intenzione di opporsi all’assegnazione, da parte della Prefettura, della gestione dei due centri di accoglienza migranti cittadini situati negli ex hotel Coggiola e Colibrì.
Il “Tavolo Migranti” di Biella (assemblea permanente costituita da varie associazioni di volontariato del territorio biellese), si è interrogato circa le dichiarazioni degli esponenti politici della Lega locale. Il quesito che si è posto è stato: ma cosa avranno voluto dire?
Biella non vuole migranti! Chiaro, facile.
La storia si ripete, senza voler tirare in ballo Giambattista Vico con i suoi corsi e ricorsi storici, è evidente la ripetizione di affermazioni demagogiche volte a suscitare consensi, specie in vista di elezioni, oppure l’ormai nota strategia che consiste nell’individuazione di un nemico su cui riversare colpe e responsabilità così da spostare l’attenzione di un’opinione pubblica già di suo leggermente distratta. Una storia già vista
Già vista quando “non si affittavano case ai meridionali”, o quando, solo fino ad una manciata di anni fa, la stessa Lega ha fatto degli slogan contro i “Terun” (Terroni per i non milanesi) il suo cavallo di battaglia.Adesso è il turno dei migranti.
Adesso si fa per dire, visto il tempo dedicato a questo tema, in primis dal leader nazionale della Lega, quindi, ecco puntare ancora sulla sicurezza, sulla paura, sugli “affari d’oro” che gli enti gestori dei centri di accoglienza fanno sulle spalle dei poveri contribuenti, senza contare, tra l’altro, che molti cittadini biellesi vivono grazie al lavoro che svolgono presso i suddetti enti, sull’importanza di far ripartire l’economia del nostro territorio, come se la causa della chiusura di molti negozi di via Italia o che il panorama desolante delle fabbriche chiuse di Valle Mosso, tanto per fare un paio di esempi, siano situazioni imputabili a qualche centinaio di stranieri.
Ai paladini dell’italianità non viene in mente, magari grazie anche a qualche nebuloso ricordo scolastico, che i popoli da sempre si sono spostati? Che le genti si sono mosse alla ricerca di una vita migliore, di opportunità per i propri figli, per fuggire da situazioni insostenibili dove la guerra non è l’unico motivo per scappare.
Forse allora i rappresentanti istituzionali potrebbero impiegare il tempo affidatogli dagli elettori per progettare iniziative differenti, in questo caso, ad esempio, realizzare un vero ed efficace sistema di accoglienza, dove le persone possano partecipare a corsi di formazione, imparare la lingua, essere supportati da operatori competenti, con fondi adeguati, non ridotti come è accaduto con i Decreti Sicurezza del 14 Giugno del 2019, in modo da evitare che le persone si trovino allo sbando, abbandonate a se stesse dove la via della delinquenza rischia di essere l’unica percorribile.
Forse si dovrebbe fare un ragionamento serio, partendo dalla cancellazione dell’iniqua Legge Bossi-Fini, in ambito nazionale e dalla ridiscussione del trattato di Dublino in ambito continentale.
Facile accusare dopo, certamente più impegnativo lavorare sul prima.
Facile cavalcare la protesta di alcuni cittadini (sarebbe interessante sapere anche quanti protestano), senza aver fatto nulla perché non si arrivasse alle proteste.
Naturalmente, tutto ciò andrebbe in evidente contrasto con le idee suprematiste che vengono così scientemente disseminate nel perseguire i propri, spesso personali, obiettivi.
D’altra parte che cosa può importare ai biellesi del prossimo sblocco dei licenziamenti, del rigurgito della pandemia con la variante Delta, dell’evasione fiscale, della costante crisi del tessile di fronte alla imprescindibile lotta per chiudere gli ex hotel Coggiola e Colibrì?
Cosa può importare se in questa città gli adolescenti sono costretti a vivere inventandosi modi, a volte anche pericolosi, per non abbandonarsi alla noia dato che per loro non esiste un progetto, un luogo, una realtà, dove vivere in modo intelligente i loro difficili anni?
Il vero problema sono i migranti!
Via i migranti e tutto sarà risolto.
Via i migranti però non sempre, solo a volte.
L’8 Aprile 2020 Luisiana Gaita, sul “Fatto Quotidiano” scriveva che:
“Tra lavoratori in quarantena e stranieri che sono rientrati nei Paesi di origine, nelle campagne mancano braccia e si sta gettando cibo. Se non si fa qualcosa per sopperire alla carenza di stagionali, secondo Coldiretti, il 40% di frutta e verdura non raccolta resterà a marcire nei campi”.
Allora il via a proposte su come fare, come regolarizzare le persone che da migranti, clandestini, spacciatori, stupratori e delinquenti sarebbero venuti in soccorso dell’economia agricola del Paese.
Via all’apertura delle cosiddette “Corsie Verdi”
Passata l’emergenza di regolarizzazione non se n’è più parlato e neppure di “Corsie”, sono rimaste le rotte ma quelle assassine Balcaniche.
Anzi, si parla poco anche quando queste persone vengono ammazzate nei campi dove raccolgono, senza contratto di lavoro, la frutta e la verdura che facilmente anche il nostro Sindaco e gli altri esponenti leghisti hanno sulle loro tavole.
I cristiani se non sono accoglienti, non dicano di essere cristiani.
Chiunque incontri è tuo fratello, figlia, figlio, non ci sono fratelli e sorelle di serie B, C, D.
(Don Andrea Gallo)
Purtroppo però, ormai, molti che si dichiarano cristiani dei precetti evangelici se ne dimenticano quando serve.
Per quel che ci concerne, parafrasando Brecht, continueremo a sederci dalla parte del torto, visto che gli altri posti sono già tutti occupati. (cit.)
Il Tavolo Migranti di Biella