Meno sei
Giovedì mi affideranno una bicicletta pieghevole, tipo Graziella,
di quelle che fanno venire voglia di indossare gonne a fiorellini e portare una borsa di rete piena di pane.
Non la comprerò.
Mi verrà concessa in prestito dalla Ciclofficina Thomas Sankara,
che si trova a Occhieppo Inferiore,
un piccolo paese del nord-ovest italiano,
dove si aggiustano biciclette per chi arriva, chi parte, chi transita,
per chi pedala senza geografia stabile,
per chi attraversa il mondo con più chilometri nelle gambe che nei documenti.
Non serviranno parole.
Non ci saranno cerimonie.
Solo una bici, e il permesso implicito di andare.
E forse per questo varrà ancora di più.
Sarà pieghevole, sì.
Ma quando la aprirò, sembrerà una dichiarazione d’intenti:
Io mi muovo. Io ci provo. Noi andiamo. Ci siamo.
Mi viene da pensare che
quelle ruotine piccole, viste da vicino, saranno eliche, chiglie, ruote da veliero, pirata ovviamente.
E allora non ci salirò sopra.
Ci salirò dentro.
Come si sale in una storia che non è solo tua,
ma ti porterà comunque da qualche parte.
P.S. A volte per partire basta una bicicletta piegata bene e qualcuno come Oreste che te le ripara.
Mira