Non si smentiscono mai i “serpenti gentiluomini” …di Alessandro Portelli

Diceva il mio amico Chester Napier a Harlan, Kentucky, molti anni fa: «Abbiamo un po’ di serpenti a sonagli qui in giardino, ma stai tranquillo: il rattlesnake è un serpente gentiluomo, ti avverte prima di mordere». Leggo oggi che gli Stati Uniti hanno “avvertito” l’Iran prima di bombardarlo. D’altronde, l’esercito israeliano da sempre rivendica credenziali umanitarie affermando che avverte le persone prima di abbattergli la casa. Gentiluomini, proprio come il serpente a sonagli nel giardino del mio amico.

Siccome è un gentiluomo, il serpente a sonagli attacca solo se si sente minacciato. I leader di Israele e Stati Uniti sono uomini d’onore, e, come ci ha insegnato John Wayne, gli uomini d’onore non aggrediscono mai, ma hanno il diritto di difendersi dalle aggressioni altrui, perciò se le aggressioni non ci sono se le inventano. È il trionfo dello storytelling, basta che una storia sembri coerente, non importa se è vera, lo diventa a forza di ripeterla, se hai il potere di occupare lo spazio della parola e continuare a ripeterla finché diventa senso comune…

Nel 1964, gli Stati Uniti raccontarono che motosiluranti vietnamite avevano attaccato navi americane nel golfo del Tonchino. Non era vero (e lo sapevano), ma bastò a scatenare la guerra del Vietnam.

Nel 2003, il rappresentante degli Stati Uniti alle Nazioni Unite raccontò (e ripeté per diciassette volte nel suo intervento) che l’Iraq disponeva di armi di distruzione di massa. Non era vero (e lo sapeva), ma bastò a invadere e bombardare l’Iraq.

Nel 2025, Israele e Stati Uniti raccontano che l’Iran possiede, o sta costruendo, un’arma nucleare. Non è vero (lo ammette, forse troppo tardi, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Energia Nucleare), ma intanto per sicurezza bombardiamo a ammazziamo (D’altronde, non vedevamo l’ora. Già nel 2005 l’allora segretario alla “difesa” degli Stati Uniti, Donald Rumsfeld, in conferenza stampa cantava giulivo:“Bomb bomb bomb bomb bomb Iran” sull’aria di “Ba-ba-ba-ba-Barbara Ann”. Finalmente ci siamo!)
E noi continuiamo a credergli ogni volta, e ripetere la storia che raccontano, anche se è sempre la stessa e non sta mai in piedi.

Nel frattempo, un altro gentiluomo – il cancelliere tedesco Friedrich Merz – racconta una storia più inquietante e purtroppo più plausibile: «Israele – dice – sta facendo il lavoro sporco per noi», Non per me, mi viene da dire. Ma è doloroso che, a ottant’anni dalla Shoah, quello che si proclama come “Stato ebraico” stia facendo il «lavoro sporco» per un governo tedesco.

Come dice la canzone più disperata di Pete Seeger: “Ma quando impareranno? Ma quando impareremo?”

il manifesto, 24 giugno 2025

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *