Lettera aperta alla “comunità resistente”

Riceviamo da Le Parole Fucsia e “ribelli e solidali” pubblichiamo!

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Abbiamo pensato più volte in questi giorni se scrivere queste righe, poi abbiamo scelto di farlo, perchè ogni cedimento o stanchezza, ogni passo indietro, sono in questo momento storico una sconfitta.
Il discorso di Emma Ruzzon all’Università di Padova per l’apertura dell’anno accademico, ci ha scosso e rincuorato: non c’è tempo per la rassegnazione, dice. E’ vero, non è questo il tempo (se mai ne è esistito uno) per lamentarsi, per smettere di lottare, per dire “ci pensa qualcun altro”.

Una decina di giorni fa, alcuni militanti di Gioventù Nazionale (organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia), hanno affisso alle cancellate di tutte le scuole superiori biellesi, durante la notte, manifesti con scritto “prof, a che pagina sono le foibe?”. Che il loro interesse verso la questione foibe sia strumentale e ideologica è palese, ma la loro presenza capillare ha suscitato in noi una rabbia profonda e viscerale, alla quale abbiamo voluto rispondere subito. Forse avremmo potuto farlo meglio, cercando un dialogo maggiore con tutt3 voi, ma il bisogno di agire subito è stato più forte.
Due sono i riscontri che abbiamo ricevuto: una donna ci ha scritto una lunga mail, in cui ci ha raccontato la storia antifascista della Sua famiglia, dicendosi indignata per aver visto dalla finestra di casa sua, appeso al cancello del Gae Aulenti, il cartello sulle foibe. Un’altra, partecipe, ci ha inviato una foto dal suo balcone, con la scritta che avevamo chiesto di esporre: Biella Antifascista Ribelle e Solidale.

Abbiamo preparato i cartelli per andare a fotografarli in alcuni luoghi simbolo della città: il Comune, la Provincia, il monumento ai Partigiani di piazza Martiri e piazza S. Cassiano, Villa Schneider. Arrivate in piazza Duomo, ci siamo dirette sotto i portici verso la targa di Calamandrei che è posizionata all’esterno del Municipio, dove era presente un capannello di persone che non siamo riuscite a riconoscere: agenti della scorta del sottosegretario? Polizia in borghese? Militanti di destra?
Sta di fatto che si sono completamente zittite quando ci hanno viste arrivare, ci hanno squadrato in silenzio mentre facevamo la nostra fotografia, ci hanno seguite quando siamo tornate alla macchina, e ci hanno fotografate. Il tutto ci ha intimorite e intimidite, perché quello è stato il loro modo di fare: intimidire.

Crediamo che questa sia la sensazione di moltissime persone “di sinistra” o semplicemente “antifasciste” di questa città. I cuor di leone sono pochi al mondo, ma sapere di avere una Comunità a cui fare riferimento, che risponde, che è presente e che c’è, aiuta e non sentirsi sol*.

Quindi ci chiediamo: come possiamo far sì che esista questa Comunità a Biella? Noi abbiamo provato a tenere la schiena dritta e a non abbassare lo sguardo, ma il senso di smarrimento che abbiamo provato non ci è piaciuto.
Oggi che il cielo si fa sempre più nero, che lo spazio democratico e di contrapposizione è via via più stretto, che l’aria tende a divenire irrespirabile per i soggetti più deboli, forse proprio oggi c’è bisogno di azioni concrete, di gesti comunitari e festosi, di voci alte e ferme, di pensieri lucidi, di stare nelle strade e nelle piazze insieme.
Oggi tocca a tutte e tutti noi essere Comunità Resistente.

#nonunpassoindietro
#bruciamolapaura

Le Parole Fucsia

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