Uomini e donne distesi a terra uno vicino all’altro, con giacigli improvvisati sul marciapiede delimitato da transenne. Così si presentava il bivacco forzato degli immigrati a Torino, in corso Verona, davanti all’Ufficio immigrazione della Questura, che serve centinaia di comuni torinesi per le pratiche dei permessi di soggiorno
Se oggi le condizioni di chi è costretto a rivolgersi agli uffici di corso Verona sono diventate di dominio pubblico, e sono migliorate, lo si deve all’iniziativa di attivisti solidali, che intorno alla casa del popolo Estella, si sono organizzati per supportare le persone in coda con bevande calde, coperte e teli.
Poi sono intervenute, gridando allo scandolo, la stampa, le istituzioni locali e la Protezione civile. Ma soprattutto il servizio agli sportelli, limitato a due giorni la settimana, si è esteso a cinque.
Maledetti “anarchici”, si impicciano e rovinano le “politiche di accoglienza”, che hanno l’obbiettivo di ostacolare, scoraggiare, precarizzare, umiliare e punire gli immigrati!
Alessandra Ferlito e Flavia Tumminello raccontano criticamente l’intera vicenda su MONiTOR
Paternalismo e disciplina: l’accoglienza a Torino
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