Claudio Canal, su Volere la luna, ci invita a domandarci se sia possibile costruire “una pedagogia dei connessi“, “una pedagogia liberatoria” che trovi le strade per sconnettersi dalla colonizzazione delle menti, in atto, per mezzo dello smartphone.
Una pedagogia che “elabori percorsi critici di riappropriazione digitale non consolatori, che preveda luoghi non da remoto e rigorosamente off line di confronto e di progetto“.
E’ possibile costruire una pedagogia politica “che si dedichi all’equipaggiamento di salvagente mentali“? Desiderarlo è un’utopia, un sogno o una sciocchezza?