Lettera-appello di Raniero La Valle

Carissimi,

                 nel decidere per il futuro occorre fronteggiare la nuova situazione e promuovere un’alternativa che le corrisponda.

È in corso sotto i nostri occhi (ma non la si riconosce) una mutazione antropologica e politica dell’Occidente. Quella politica è la decisione di adottare la guerra come permanente fingendo di perseguire negoziati, tregue e soluzioni elementari e impossibili (due Stati in Palestina, “sconfitta” della Russia, immigrazioni concordate).

Il fine della perpetuazione della guerra è il passaggio del potere dalle istituzioni legittime alla Polizia sul piano interno, agli Eserciti sul piano esterno (NATO e IDF in Medio Oriente), e al potere economico e bancario sul piano mondiale.

Ce n’è la prova in Israele (che anticipa processi mondiali) dove esplicitamente lo scopo della guerra di Netanyahu è il passaggio di Israele da “democrazia del Medio Oriente” a Stato monoetnico dove i diritti politici sono negati alle altre etnie ed è in corso l’estirpazione dell’altro popolo, il palestinese, che vi abita; la prova c’è in Ucraina dove la guerra (che deve durare per legge) è finalizzata alla transizione a un regime dispotico (capo carismatico, abolizione dei partiti, divieto di espatrio, bulimia di armamenti in funzione di antemurale dell’Occidente).

La prova incautamente viene data ora in Italia con la consegna del potere alla Polizia mediante la legge in corso di approvazione (con il divieto selettivo perfino dell’acquisto delle SIM per le comunicazioni personali). Si precisano i lineamenti del nostro Stato di polizia con la riforma volta alla consegna della giurisdizione ai P.M., con il premierato dotato di una legge elettorale che estingua l’alternanza (passando per l’astensione elettorale di massa), con l’indottrinamento scolastico, con la chiusura (o difesa) dei confini e con la sostituzione della cultura egemone (democratica e di sinistra) con quella prefascista e sovranista.

La prova è data in Europa con la Von der Laiden acclamata come Capo del costituendo esercito europeo, la consegna del potere alle burocrazie economiche e politiche e la minutaglia legislativa per la distrazione di massa (fino ai tappi delle bottiglie).

La contrazione della democrazia è in atto anche in America (Trump, Kamala, Biden) ai fini della competizione strategica per il dominio (contro i BRICS e per la difesa del dollaro) e per la sfida alla Russia e alla Cina, con la presunzione (non provata) che la guerra perpetua non diventi mondiale (anche se non più convenzionale).

Antropologicamente il passaggio è dal pensiero e dal libero arbitrio propri della dignità umana alla tecnocrazia, alla Intelligenza Artificiale, all’algoritmo fino al telegenocidio.

In sintesi viene prescelta la guerra perpetua come uscita dalla democrazia e come ritorno dello Stato al modello hobbesiano teorizzato da Carl Schmitt come ”Stato della moderna polizia” fondato sul criterio del Nemico e la guerra come possibilità reale. Questo vuol dire che la lotta per la pace è ormai indissolubile da quella per la democrazia. Ciò comporta di superare il pacifismo minoritario e compiaciuto di sé, come è stato fin qui; ripristinare la politica, uscire dal monoteismo secolarista (pensiero unico, niente etica, niente ideologie, niente fedi).

Sul piano concreto la mia proposta, l’appello che ritengo ascoltabile, è per la promozione in Italia (ma utopisticamente anche in Europa e nel mondo) di Comitati popolari “Pace e Liberazione subito”. L’accento sul “subito” deriva dal fatto che non si può aspettare, la pace precede ed è condizione di tutto il resto, anche dello Stato sociale. La guerra è infatti il nuovo nome del fascismo. Il Nemico non è più lo straniero, i coscritti dell’altro esercito, ma è la guerra stessa che istituisce il nemico come categoria giuridica e potenzialmente come chiunque altro da sé.

Perciò l’accento sul subito, può sembrare difficile, ma è in gioco il fatto che possa esserci un “dopo”.

Un caro saluto a tutti

Raniero La Valle

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