Oggi in Russia gli obiettori rischiano di finire nei campi di rieducazione in isolamento e condizioni estreme, in Ucraina chi rifiuta il servizio militare è considerato “traditore della patria” e può essere condannato dai 3 ai 15 anni di prigione. Chi può fugge o si nasconde, i più restano nascosti in silenzio.
L’Europa ha il dovere di difenderli, di concedere loro asilo e protezione, a meno che il “ripudio della guerra” non sia più patrimonio comune della Comunità Europea e sia tornata, come pare, al bellicismo novecentesco!
Ci associamo all’azione del Movimento Nonviolento, e alla campagna “Obiezione alla guerra“, anche contro le chiacchiere nostalgiche e patriotiche del presidente del Senato. E affermiamo con forza… “Sono concretamente solidale con gli obiettori di coscienza, renitenti alla leva, disertori russi e ucraini; chiedo che vengano lasciati espatriare, riconoscendo loro lo status internazionale di rifugiati. …dichiaro fin da questo momento la mia obiezione di coscienza. Non sono disponibile in alcun modo a nessuna chiamata alle armi“.
Nessun uomo o donna alla guerra, nemmeno un soldo per le armi!
