Il corpo come campo politico …di Patrizio Pacifico

“Non c’è identità senza incarnazione. È attraverso il corpo che impariamo, che interpretiamo, che ci adattiamo. Non è un semplice supporto biologico: è codice, matrice.
La politica dei corpi agisce sottotraccia. Non ha bisogno di leggi. Ha bisogno solo di occhi disattenti. Di uno spazio pubblico abituato a non leggere i segni. Di una cultura che ha smesso di interrogarsi sul significato delle cose. È qui che il fascismo trova terreno fertile. Non impone: suggerisce. Non obbliga: si mostra. E nello spettacolo, tutto diventa accettabile. Persino l’indicibile.
Per questo è urgente tornare a decifrare i corpi. A leggerli come testi. A capire cosa dicono, cosa veicolano, cosa normalizzano. Perché un corpo non è mai solo un corpo. È sempre anche una dichiarazione. E se smettiamo di interrogarli, lasciamo che parlino al nostro posto. Che occupino lo spazio della democrazia con gesti che la negano. Che trasformino la scena pubblica in una passerella autoritaria”.

Il corpo come campo politico

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *