Una lettera alle/ai prof del Liceo Minghetti di Bologna

Carissime professoresse e carissimi professori,
vi scrivo per condividere alcune riflessioni maturate a seguito dell’occupazione studentesca a cui ho partecipato la scorsa settimana. La stima e la fiducia che ho costruito nei vostri confronti in questi anni mi spingono a esprimere il mio punto di vista, non per giustificare un’azione, ma per aprire un dialogo su ciò che questa esperienza ha rappresentato per me. Come potete immaginare questa non è stata una scelta presa con leggerezza ma un’azione che ho ritenuto essere moralmente necessaria data la situazione di estrema emergenza e pericolo in cui ci troviamo come umanità.

“Mi avete insegnato l’importanza di agire”
Questa mia urgenza di agire è qualcosa che ho acquisito negli ultimi cinque anni grazie anche alle preziosissime lezioni impartite da voi professori. Vi ringrazio perché mi avete insegnato il valore del pensiero critico, dell’etica e della partecipazione.
Abbiamo studiato l’importanza storica di agire e lottare soprattutto nei periodi di massima repressione del dissenso, abbiamo imparato ad apprezzare la democrazia come forma di governo composta di cittadini che agiscono per un bene comune, abbiamo esaminato la fondamentale differenza tra i filosofi che elevano il sapere al di sopra della realtà pretendendo che i pensatori non intervengano nei processi storici ma che li studino come una “nottola di Minerva” solo una volta conclusi, e i filosofi che incitano gli studiosi a mettere a disposizione la loro conoscenza per migliorare le condizioni dell’uomo.

“Così Platone e Kant hanno trovato applicazione”
In classe ci invitate a riflettere profondamente sulle nozioni presenti nei libri di testo, rendendo il tutto meno piatto e astratto e facendo assumere a ciò che studiamo forme diverse e concrete. Ci aiutate a creare nessi logici e ad analizzare la realtà in cui viviamo con gli strumenti della conoscenza e del sapere.
Ci avete insegnato che le grandi opere sono tali perché sono sempre vere. Se studiamo Platone e Aristotele per comprendere le basi della politica, se leggiamo Sofocle per riflettere sulla giustizia, se analizziamo Marx e Kant per capire il rapporto tra potere e libertà, allora è giusto che quegli stessi insegnamenti trovino applicazione nella realtà. Leggere L’Antigone tradotta da Jean Anouilh dimostra la grande attualità dei suoi temi, che valevano nel 442 a.C., nel 1931 e valgono ancora nel 2025.

“Non ci sia incomunicabilità fra noi”
Antigone, nel dialogo con Creonte, incarna l’incomunicabilità di chi lotta per valori profondi e irrinunciabili di fronte a un potere rigido e sordo.
Ed è così che ci sentiamo noi studenti di fronte alla rabbia cieca delle forze dell’ordine, di fronte alle deportazioni a cui sono soggetti i nostri coetanei negli Stati Uniti in questo momento, di fronte all’indifferenza totale e alla complicità del nostro governo in un genocidio che sta uccidendo migliaia di ragazzi come noi.
Non vi scrivo con la pretesa di convincervi che ciò che abbiamo fatto sia giusto e neanche con la pretesa di avere ragione. Spero soltanto che questa incomunicabilità non trovi spazio nel nostro rapporto, spero che ci vediate come studenti razionali che si stiano impegnando per diventare cittadini attivi con gli strumenti che abbiamo a disposizione e non come una “minoranza incapace di contribuire al dialogo civile e democratico […] che ha interrotto per più giorni un pubblico servizio, calpestando i diritti della stragrande maggioranza della comunità scolastica”.

“Rabbia e delusione condivise”
Negli ultimi anni l’unica cosa che mi ha dato speranza è stata la consapevolezza di non essere l’unica a provare rabbia e delusione. Vedere altri condividere questo sentimento, pur esprimendosi in modi diversi, è stato per me fondamentale.
La realtà è che siamo giovani e come tali stiamo ancora imparando a tradurre la nostra indignazione in gesti efficaci. La cosa importante è che ci stiamo provando: ogni tentativo, anche imperfetto, è un passo verso una consapevolezza più matura e un’azione più incisiva.

Alice Panzeri, Liceo Minghetti, 3B

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *