Lunedì 24 febbraio :: Bocconi Amari

Perché insegno? Perché ci credo?

Lunedì 24 febbraio ci sarà la quarta presentazione della serie “Bocconi amari”. Il La a questo incontro viene da un’iniziativa sulla scuola e non solo che si è svolta nella Bassa biellese.
Lo scorso mese si è tenuto a Viverone un partecipato incontro dal titolo “Imparare facendo”.
E’ stata l’occasione perché si incontrassero diverse esperienze che sono, o sono state, delle sperimentazioni scolastiche. Proprio due di queste si confronteranno da Autentico il prossimo lunedì 24 febbraio, in via Tripoli 17 a Biella.
Verrà infatti presentato “Perché insegno? Perché ci credo?” Edizioni Città Nuova.
Sarà presente il coautore del libro Giuseppe Paschetto, a lungo insegnante alle scuole Medie di Mosso.
“Il mio approccio è stato esperienziale, cooperativo, interdisciplinare, inclusivo, improntato alla cittadinanza attiva e con una spiccata tendenza all’outdoor education. ” ha spiegato a Viverone il 25 gennaio “Anche la valutazione è stata coerente con un certo modo di intendere la scuola e quindi la mia era una valutazione formativa con eliminazione di insufficienze, verifiche obbligatorie e uguali per tutti.”
Si direbbe in perfetta sintonia con Stefania Nuccio, la dirigente dell’IC Biella 3 che, solo qualche giorno fa, ha dichiarato su La Stampa che sta pensando di attivare, in una scuola Primaria del suo Istituto, una classe senza valutazioni e senza voti.
E allora come mai, se c’è tutta questa concordia e voglia di cambiare in circolazione, abbiamo messo questo incontro nella serie dei “Bocconi Amari”?
Il problema c’è ed è il contesto: “Per una scuola che vuole non tanto trasmettere conoscenze ma promuovere competenze per la vita formando cittadini attivi, consapevoli e responsabili, la guerra, come ogni forma di violenza sull’altro, si pone come una realtà che mina il senso profondo dell’educare”. Questo troviamo scritto a pagina 32 del libro che presenteremo.
Lo scrive un altro coautore, Claudio Girelli, che scrive poco dopo che “senza la speranza di giustizia, di equità e il respiro di futuro che ne deriva, l’educare rischia di essere svuotato del suo senso etico e ridotto a manipolazione e indottrinamento”.
Ecco il punto da cui cominceremo la discussione e la sfida da vincere per restituire un futuro alle nuove generazioni.


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