Il sistema concentrazionario è la tappa che precede la fine del Diritto d’asilo. Se nel ‘900 è stata in apparenza un’eccezione storicamente circoscritta (comunque tragica), ora assume il carattere “normale” della difesa dei confini dello Stato-nazione, proprio nella fase della sua massima crisi. I fatti di cui ci parla la scrittrice albanese Lea Ypi, in questo articolo apparso su The Guardian, ci aiutano a capire che la deriva in corso è il segnale non solo della crisi della democrazia ma anche della cultura del diritto occidentale. Forse non si può più negare né tacere che la storia dell’Occidente sia costellata di genocidi, rapine e sopraffazioni e che il sistema concentrazionario sia l’ultima carta che gioca per la sopravvivenza di un esperienza storica alla fine.