L’algoritmo che discrimina. Intervista a Wendy Hui Kyong Chun

Wendy Hui Kyong Chun è studiosa critica del digitale, concentrata sul rapporto tra democrazia e tecnologia, controllo e libertà al cuore della rivoluzione digitale. Ha la cattedra di ricerca sui new media alla Simon Fraser University in Canada. Ha studiato sia ingegneria dei sistemi, sia letteratura inglese. I suoi libri rappresentano un punto di riferimento per la critica delle piattaforme, del software, delle interfacce e dell’intelligenza artificiale (IA).
Il suo lavoro rigoroso e militante è orientato a proteggere le pratiche della vita sociale da processi di validazione della conoscenza affidati solo ai dati. Le pratiche genealogiche ci possono liberare da quella tendenza dell’intelligenza artificiale a produrre illusorie previsioni del futuro che agiscono come prescrizioni discorsive appoggiate su programmi, il cui obiettivo è costruire categorizzazioni sociali definite da attributi arbitrari.
In questo contesto interpretativo le preferenze sono conseguenza dell’appartenenza a gruppi identitari e il passato è proiettato sul futuro, assumendo la stabilità del mondo, senza considerare la molteplicità, variabilità e imprevedibilità delle situazioni concrete. Agire il cambiamento significa essere abilitati a immaginarlo.
La mappatura concettuale della rete offerta da Chun ha l’ambizione di proteggere lo spazio per intervenire, per pensare l’azione politica a tutela della giustizia e per liberare l’immaginario a difesa di un futuro non colonizzato dalle scelte del passato che dominano la razionalità dell’intelligenza artificiale.

Questa è l’intervista di Teresa Numerico apparsa su il manifesto

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