In difesa della libertà di manifestazione

Manifestare pacificamente in modo nonviolento è un diritto garantito dalla Costituzione. E questo diritto deve essere garantito a chiunque e in particolar modo ai giovani che non hanno altro modo per far sentire la propria voce e sono coloro che si troveranno a vivere più intensamente le conseguenze della crisi climatica: un pianeta sempre più inospitale, dove carestie, migrazioni di massa e conflitti armati saranno sempre più frequenti.

La petizione on line su Change.org

La petizione.

La crisi climatica ed ecologica diventa sempre più grave, e gli effetti negativi subiti dalle persone del nostro Paese aumentano ogni anno in modo drammatico. Siccità, inondazioni, ondate di calore, trombe d’aria, grandinate devastanti si susseguono in ogni parte d’Italia e provocano centinaia di morti, danni alle coltivazioni, alle case, alle fabbriche e alle infrastrutture e sono destinate ad aumentare nei prossimi decenni. Gli effetti di questi eventi colpiscono in particolare le fasce più deboli della popolazione, gli anziani, i bambini, le persone con disagi economici e sociali, le piccole e piccolissime imprese agricole.
Di fronte a tutto questo, molti gruppi di giovani hanno deciso di far sentire la loro voce, sono la voce della Terra che soffre e sono una voce indispensabile per ricordare a tutti quali sono le vere priorità per il genere umano; la trasformazione dell’economia, la fine delle guerre, il rispetto dei diritti umani e la solidarietà nei confronti di chi soffre.
Da anni i movimenti per il clima portano avanti le loro manifestazioni in modo pacifico e nonviolento, utilizzando i loro corpi e la loro intelligenza per portare il loro messaggio a quante più persone possibili con i mezzi a loro disposizione. In modo crescente però le forze dell’ordine reagiscono a queste manifestazioni in modo sproporzionato rispetto alla gravità degli atti compiuti, utilizzando strumenti pensati per contrastare fenomeni criminali che nulla hanno a che fare con le intenzioni di chi protesta e con la natura e le conseguenze dei loro atti.
La disobbedienza civile nonviolenta è uno strumento che ha portato le società moderne a compiere progressi sociali e politici fondamentali, dal diritto al voto delle donne alle fine della segregazione razziale, all’affermazione dei diritti di minoranze oppresse da secoli. Persone che nel loro tempo sono state incarcerate, torturate e represse in ogni modo per avere manifestato in modo nonviolento sono oggi celebrate come figure importanti della storia moderna.
Come cittadine e cittadini preoccupati per il futuro dell’umanità di fronte alla crisi climatica ed ecologica esprimiamo la nostra solidarietà agli attivisti per il clima colpiti da atti ingiustamente repressivi per avere manifestato pacificamente ed in modo nonviolento, e chiediamo a chiunque abbia responsabilità di governo a tutti i livelli di adoperarsi per garantire la massima libertà di manifestazione e a evitare la criminalizzazione del dissenso.

Comitato Torino Respira

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