La fabbrica di bombe RWM assolta per abuso edilizio. I comitati locali non sono d’accordo

La mancanza di individuazione dei responsabili è motivo di preoccupazione“. Laura Tussi ha intervistato Graziano Bullegas di Italia Nostra Sardegna, tra le associazioni che si sono costituite parte civile nel processo sui presunti abusi edilizi legati all’ampliamento della fabbrica di bombe RWM, secondo cui l’assoluzione degli imputati non plasma una realtà oggettiva. “È inaccettabile che nessuno sia stato ritenuto responsabile di un’operazione così dannosa per l’ambiente e in violazione delle norme paesaggistiche e delle leggi in materia edilizia“.

Non ci fu nessun abuso edilizio con l’ampliamento della fabbrica di bombe della RWM a Domusnovas. A stabilirlo, con l’assoluzione di tutti gli imputati in quanto il fatto non sussisterebbe e non costituirebbe quindi reato, è stato il tribunale di Cagliari con la sentenza del 21 dicembre. L’inchiesta – come riportato dall’agenzia Ansa – era nata da una serie di querele presentate da diverse associazioni pacifiste ed ecologiste, comitati e organizzazioni sindacali, costituitesi parte civile con contestazioni che denunciavano la mancanza di necessarie autorizzazioni urbanistiche, ambientali e paesaggistiche, in merito al progetto di espansione della fabbrica tra il 2017 e il 2019.

In contemporanea con altre manifestazioni in Italia e in Europa per denunciare il genocidio in atto nella striscia di Gaza, anche i pacifisti sardi hanno manifestato davanti alla fabbrica di armi della RWM fino al punto di bloccare per un’ora l’ingresso di un turno di operai. Tra i tanti interventi tutti per denunciare, come dice il Santo Padre, che le guerre iniziano dove si producono gli strumenti di guerra, anche quello del Professor Ennio Cabiddu che, a nome dei “Disarmisti Esigenti” ha sottolineato che sempre nella sovramilitarizzata Sardegna, a pochi chilometri dalla fabbrica di bombe della Rwm, la Leonardo ha aperto un centro di addestramento per insegnare a pilotare i cacciabombardieri. Un centro che la Leonardo non si vergogna, come invece dovrebbe, di chiamare “scool”.

Laura Tussi, Gennaio 2024

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