Un pezzo di società biellese, comunità di uomini e di donne, intende manifestare per chiedere l’immediata fine dell’azione militare israeliana nella striscia di Gaza e la fine della “caccia al palestinese” in Cisgiordania.
Prendiamo la parola e la piazza per dire che le azioni di Israele non sono giustificate, sono figlie della cultura della vendetta, estranea a quella che può chiamarsi civiltà.
Quella in corso non è una guerra contro Hamas, che non rappresenta il popolo palestinese e non può essere sconfitta militarmente, ma una sistematica “pulizia etnica” che ha radici profonde, inizia con la cacciata dei palestinesi dalle loro case e dalle loro terre 75 anni fa.
Israele non è l’avamposto della democrazia occidentale. E’ l’ultimo paese al mondo in cui esiste l’apartheid; Gaza è una prigione a cielo aperto di 365 Kmq, non si può uscire o entrare senza il permesso di Israele; in Cisgiordania i coloni controllano, con le armi, acqua e strade alle quali i palestinesi non hanno accesso; le discriminazioni nei confronti della minoranza araba sono istituzionali; Israele non rispetta sistematicamente le risoluzioni dell’Onu e calpesta il diritto internazionale: Israele non è un paese democratico.
Chi oggi in Europa parla di due popoli e due stati è un’ipocrita: Israele non ha mai voluto questa soluzione: gli insediamenti illegali in Cisgiordania lo dimostrano. L’Europa non ha mai agito su Israele perché questa soluzione si potesse concretizzare.
Quasi 10.000 morti, di cui un terzo bambini, non sono “effetti collaterali” ma un massacro che prende la forma del genocidio.
Dobbiamo fermare il massacro, solo la fine dell’occupazione israeliana può riportare la pace. Per la nascita di uno stato democratico, laico e pluralista, in cui ebrei, musulmani e cristiani possano convivere e garantire così la sopravvivenza del popolo palestinese e di quello ebraico.
Per tutto ciò queste comunità biellesi di uomini e di donne si ritrovano
sabato 2 dicembre, ore 15, Giardini Zumaglini
Biellesi per la Palestina libera