Campi Bisenzio, 30/9 -1/10 :: Working Class Bike Days

Sabato 30 settembre

⚒️️ Ritrovo h 13, “corteo di bici” verso il corteo dei comitati della piana contro le nocività

💥 14.00 Concentramento corteo “Basta aeroporti in città” di fronte al Centro Sociale il Pozzo in viale Lombardia, lanciato da varie realtà territoriali tra cui i Comitati della piana e La Piana contro le nocività-Presidio Noinc Noaero (evento facebook del corteo: https://fb.me/e/4CDscxwm9)

👉 H 20.00 cena popolare presso presidio Gkn (prenotati al form di partecipazione)

📣 H 21.30 da un’idea nata durante il festival di letteratura wk class, ispirato dal reading operaio di Alla linea di J.Ponthus, lo spettacolo teatrale “nonalLINEAti” di BlancaTeatro, un progetto di teatro,formazione,lavoro e nuove Resistenze

Domenica 1 ottobre

👊🏻 H 10.00 presentazione progetto Cargo Bike e piano industriale Gff

⚡ H 11.00 le lotte dei riders: il punto della situazione

🛠️ H 11.00 workshop tecnico a inviti: produzione cargo bike, dalla fornitura alla distribuzione

👉 H13.00 pranzo popolare(prenotati al form)

🔥 H 14.15 la lotta per la mobilità sostenibile e contro le grandi opere, verso il climate strike del 6 ottobre

🎳 H 14.15 quale delivery? Al servizio delle reti contadine e di resistenza?

🧑‍🏭H 16.00 Conclusione plenaria: verso l’autunno che ci aspetta

👉👉👉👉👉👉👉Iscriviti al form per paretecipare: https://forms.gle/7oaAu2mosWcvRb9t6 

Gkn resiste da due anni. Stanca, assediata, provata, ma resiste. Qua probabilmente il capitale ha deciso di fare profitti non più attraverso la produzione, ma attraverso la speculazione finanziaria e immobiliare.

Prima hanno provato a licenziarci in tronco, ora ci stanno licenziando di fatto con il logoramento e l’inganno. Le proveranno tutte, ne hanno già provate molte. Ci hanno fatto male. Noi siamo ancora qua.

Resistere un giorno è orgoglio, un mese è dignità, resistere ad oltranza necessita di un progetto. E noi abbiamo un piano, di reindustrializzazione dal basso: Gff, Gkn For Future o, se preferite, Gkn Fabbrica di Firenze. E’ una reindustrializzazione “dal basso”, un piano produttivo, sociale, ecologico.

Chi ha difeso la fabbrica – il territorio, gli operai, le reti di convergenza – ora progetta come farla ripartire. La fabbrica è stata socialmente difesa, rinasce come fabbrica socialmente integrata: pubblica e a servizio del pubblico.

Il nostro piano industriale prevede la produzione di pannelli fotovoltaici e batterie di ultima generazione da un lato e dall’altro soluzioni per la mobilità sostenibile come le cargo bike. Ma noi non siamo solo un fatto “economico”. Siamo un esempio che questo sistema non si può permettere. Siamo un dito puntato: controllo, coraggio e creatività operaia, a fronte del capitale assenteista e vile. Transizione ecologica a fronte di un sistema che si basa sul ricatto tra lavoro e ambiente. Siamo classe dirigente attiva, a fronte di una classe dominante immobile.

Senza un cambiamento dei rapporti di forza, del modello sociale, difficilmente il nostro piano – pur economicamente valido – vedrà la luce. Qualsiasi sia la caratteristica tecnica delle nostre cargo bike, esse saranno le “cargo bike con la lotta attorno”. Perché nate e progettate sotto controllo operaio, perché necessitano di rapporti di forza diversi per farsi strada e aprono la strada a rapporti di forza diversi.

Per questo le giornate campali dedicate alla cargo bike saranno così: si apriranno in appoggio alla manifestazione contro le nocività nella nostra piana industriale, proseguiranno il primo ottobre mettendo in un solo luogo appassionate/i, critical mass, ciclofficine solidali, piccole attività di ciclomeccanica, piccoli produttori di Cargo, le reti dei ridersi in lotta contro le piattaforme di delivery, le reti di delivery etico cooperativistiche, coloro che lottano contro le grandi opere inutili e la mobilità sostenibile e pubblica ecc.

Vedi il programma delle giornate campali all’evento facebook: https://fb.me/e/30mxBPoyr

Iscriviti al form di partecipazione: https://forms.gle/7oaAu2mosWcvRb9t6

Si può essere spiazzati dal cadere dei confini. Ma noi vediamo solo l’orizzonte come obiettivo.

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