sorvegliare & punire

Sorvegliare e punire sono le pratiche che, storicamente, qualsiasi Stato adempie al meglio.
Se lo Stato è autoritario diventano le forme sulle quali si fonda la sua politica e, vorremmo dire, la sua sopravvivenza.

E’ così che in anni in cui i reati contro persone e cose sono in diminuzione (solo i femminicidi e le morti sul lavoro sono in aumento!) città e piccoli borghi si riempiono di telecamere. Si dice “per la sicurezza dei cittadini”, che sono sempre più anziani e se giovani sempre più precari, incerti del domani. Ma la videosorveglianza paga con qualche voto in più alle elezioni prossime.

E poi si fanno i blitz a colpo sicuro nelle periferie delle povertà, delle disperazioni, dello spaccio e delle bande organizzate, per trovare qualche arma, un po’ di droga, qualche rotolo di banconote. Si fermano i gregari, “manodopera” dello spaccio, con i quali si riempiono le carceri, che diventano il luogo privilegiato della diffusione delle tossicodipendenze!
Poi si sgombreranno le case occupate da poveri e migranti che sono stati abbandonati nelle strade dalle leggi dello Stato, con il plauso di chi la casa ce l’ha e ne potrà comprare un’altra casa, ristrutturarla e venderla a caro prezzo!

Misurate azioni di propaganda, che non affrontano il formarsi della criminalità sul territorio, che non intervengono sulla qualità della vita delle comunità che lo abitano e che riempiono le prigioni di persone che potrebbero migliorare la loro vita attraverso percorsi alternativi al carcere. Provocare e controllare le tensioni sociali per consolidare i governi!

Si scopre (solo ora?) che tra quei gregari ci sono degli adolescenti che non vanno a scuola, che spacciano e che, all’occasione, picchiano e uccidono.
Verrebbe da domandare dove vivano le donne e gli uomini dello Stato, che strade attraversino, che bar frequentino e che libri leggano. La letteratura e molti studi scientifici narrano da anni quel mondo, con precisione!

La recente “scoperta” non è indolore. In questo che non è un paese per giovani lo Stato appronta un apparato repressivo: leggi specifiche per colpire gli adolescenti che verranno trattati da adulti (sic!); allontanamento dalla comunità frequentata; interventi della Questura già su bambini di 12 anni; interventi sulle famiglie che “educano” i figli alla delinquenza non mandandoli a scuola; persino l’uso del voto di condotta come deterrente; ecc.
Un elenco di orrori, provvedimenti difficilmente applicabili, ma capaci di moltiplicare il disagio dei ragazzi, le loro insicurezze, la loro rabbia.

Ancora propaganda, incapace di intendere i problemi sociali e culturali alla base di questi fenomeni, ma con l’intento di volere il rafforzamento dell’apparato di controllo e repressivo dello Stato autoritario contemporaneo.

I postfascisti al governo proseguono il percorso in uso da tempo con l’arroganza di chi gioca tutto sulla propaganda.
Attendiamo di vedere la signora Meloni con la divisa da poliziotta prendere a manganellate un clandestino che occupa un alloggio abusivo oppure con un cappello di paglia mietere il biondo grano estivo oppure capelli al vento sulla prua di una motovedetta della Guardia costiera.

Insomma la propaganda è propaganda, i soldi sono pochi, costa meno sorvegliare & punire, politicamente rende di più, se lo si sa vendere!

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