bell hooks ha scritto molto e in Italia si sta traducendo grazie alle case editrici Meltemi, Tamu e il Saggiatore.
Chi è bell hooks ? Nata nel Kentucky nel 1952, ha insegnato dagli anni 2000 nel primo college interraziale del sud del Usa. Il suo nome era Gloria Jean Watkins ma ha scelto uno pseudonimo minuscolo come atto di rivolta verso l’egocentrismo autorale e in omaggio al mantenimento di una dimensione matrilineare. In lei l’esperienza biografica si fa teoria: la violenza domestica, l’orrore di uno stupro, e i conflitti razziali (anche nell’ambito militante).
Analizzare, capire, teorizzare per spezzare le catene e cambiare la realtà. Questo è la teoria per bell hooks, una pratica liberatoria che si fa azione permanente. Frutto di una consapevolezza sofferta: “Sono giunta alla teoria attraverso la sofferenza. Il dolore dentro di me era così intenso che non potevo più sopportarlo. Sono arrivata alla teoria disperata, bisognosa di comprendere, comprendere cosa stesse accadendo intorno a me e nel mio intimo. Più di ogni altra cosa desideravo che il dolore sparisse. La teoria ha rappresentato per me un luogo di guarigione”.
Così ha finito per rappresentare tutte quelle persone ferite dal sessismo, dal razzismo, dalle ingiustizie di classe e ritrovare con loro un cammino di cambiamento. Così ha sviluppato la sua critica alla cultura dominante da femminista, scrittrice e insegnante.
Ci ha lasciati nel dicembre del 2021 e ha lasciato un vuoto enorme, perché era riferimento continuo, stimolo appassionato, capace di produrre occasioni di confronto fuori dagli schemi.
Tra le tante cose, oltre la trilogia pedagogica, ha scritto…
- Elogio del margine. Scrivere al buio. Tamu, 2020
- Il femminismo è per tuttǝ. Una politica appassionata. Tamu, 2021
- Tutto sull’amore. Nuove visioni. Il Saggiatore, 2022
- La volontà di cambiare. Mascolinità e amore. Il Saggiatore, 2022
…e ci vogliamo riferire alla trilogia “pedagogica” pubblicata da Meltemi. Strumenti straordinari di critica della cultura contemporanea, e della trasmissione dei saperi, un’autentica “cassetta degli attrezzi” per la comunicazione, l’educazione e la pedagogia democratiche. In ordine:
Insegnare a trasgredire. L’educazione come pratica della libertà. Affrontare l’insegnamento nell’era del multiculturalismo. Mettere insieme insegnanti che non vogliono più insegnare e studentǝ che non vogliono imparare. Dare spazio alle nuove forme di pensiero marginali e radicali per una educazione appassionata alla libertà.
Insegnare comunità. Una pedagogia della speranza. Il futuro dell’insegnamento passa attraverso una pedagogia democratica. Una attività gioiosa e inclusiva che attraverso le narrazioni tiene insieme i grandi temi della cultura umana: sesso, genere, razza, classe e identità nazionali. Muovendosi in spazi che vanno oltre l’aula, alla ricerca di spazi nuovi.
Insegnare il pensiero critico. Saggezza pratica. Trentadue “insegnamenti”, pratiche educativa e pedagogiche, temi e questioni controversi per trovare forme aperte di insegnamento, che si fanno relazioni emotive e intellettuali, e ricerca permanente dentro e intorno a ciascunǝ.
In questa trilogia strepitosa bell hooks ci avverte e ci accompagna, affermando che: “La marginalità è un luogo radicale di possibilità, uno spazio di resistenza. Un luogo capace di offrirci la condizione di una prospettiva radicale da cui guardare, creare, immaginare alternative e nuovi mondi. Non si tratta di una nozione mistica di marginalità. E’ frutto di esperienze vissute”