Un libro :: L’uomo che trema

A bassa voce dico spesso che una storia, un buon romanzo, non ha bisogno di molte pagine. Se chi scrive lo sa fare gli basteranno due o trecento pagine al massimo. Certamente ci sono le eccezioni, i romanzi eccezionali, che avranno forse un posto speciale nella storia della letteratura…

Questo è uno di quei romanzi che racconta una vita in meno di duecento pagine. Non è una biografia, è una vita guardata e sentita da dentro: dalle pareti dello stomaco, dai muscoli indolenziti o tesi, dagli occhi lucidi o offuscati, dagli stati d’animo, dalle paure e dalle gioie improvvise, dai gesti degli altri o da quelli desiderati, il narratore narra con i sensi.

Qui c’è la storia di una malattia, forse, la convivenza con la depressione: i suoi agguati, i dolori, le pause e le attese, la ripresa, i brutti pensieri. Un ordinario percorso vitale che si muove alla ricerca della soluzione, della “completa guarigione”, che resta sempre sospesa, anch’essa in attesa, in dialogo nervoso con le cause di quella “malattia”.

L’autore è capace di una scrittura limpida, essenziale anche quando le vicende tornano su se stesse, chiara nel delineare i luoghi e le loro relazioni con i viventi, precisa e mobile nello svelare i dolori e i piaceri, attenta e misurata nello scavo interiore. Non cede mai al compiacimento e riesce così a dirci tutto ciò che si potrebbe dire di un uomo che attraversa un tempo e uno spazio aggrediti dalla depressione, che lo scopre e lo scompone.

Leggendo il romanzo l’ho accompagnato senza conoscerlo e mi è sembrato di averlo già incontrato… è L’uomo che trema di Andrea Pomella, edito da Einaudi.

marco

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