Noi auspichiamo, e per questo ci battiamo, che si faccia strada una sensibilità diversa e più coraggiosa per riparare agli errori della giustizia penale e alle manchevolezze dell’istituzione carceraria. Vorremmo abolire il carcere, una delle utopie sulle quali stiamo lavorando, questi ci sembrano primi passi ragionevoli.
- Processare e punire gli abusi e le torture perpetrate da direzioni, polizia e servizi carcerari è indispensabile per considerare questo un paese civile.
- Abolire l’ergastolo, a partire da quello ostativo, è il passo decisivo per rifondare un idea di pena che non può che essere riabilitativa, comunque e sempre.
- Abolire il regime di 41Bis sarebbe la dimostrazione che uno Stato sa autogovernarsi e governare senza bisogno di strumenti eccezionali.
- Introdurre pene alternative alla prigione è indispensabile non solo per garantire il rinserimento ma anche per ridurre i carcerati.
L’introduzione di questi cambiamenti sarebbero la condizione necessaria per superare l’atteggiamento vendicativo dello Stato che, al contrario, deve garantire un percorso riparativo, riabilitativo e di rinserimento, come suggerisce la Costituzione.
Qui riportiamo stralci del panorama carcerario tracciato da Patrizio Gonella, Presidente di Antigone., apparso su il manifesto del 31 dicembre