Dietro lo sbandierato ritorno alla qualità c’è la prosecuzione di un’idea della formazione che separa formazione superiore e professionale. Un processo iniziato con i governi di centro sinistra e proseguito senza interruzione, aggravato dalla riduzione degli investimenti operati dal centro destra.
L’obiettivo è da una parte ristabilire le gerarchie che il sessantotto aveva messo in discussione attraverso il disciplinamento pedagogico, dall’altra consolidare una “controllata” élite di comando, ma anche dare sempre più spazio agli interessi privatistici, vocati ad un welfare leggero.
Il merito è un’ideologia trasversale, senza nemici e con molti amici interessati alla normalizzazione culturale, al disciplinamento, alla subordinazione della scuola agli interessi d’impresa e alle privatizzazioni dei saperi e delle arti.
Qui di seguito un interessante intervento di Salvatore Cingari apparso su il manifesto del 15 novembre.