Dal 13 marzo il governo siriano ha imposto l’embargo ai quartieri a maggioranza curda della “capitale del nord” per sostituirsi all’autogestione sorta dopo il 2012 dal modello Rojava del “confederalismo democratico”. Senza farina, i forni chiudono. Ma la gente, curdi e arabi, reagisce.
Qui un articolo di Chiara Cruciati, da il manifesto del 13 aprile, che racconta i fatti e spiega le ragioni.