A Firenze per la pace che è fatta di giustizia
Il 26 marzo ci saremo anche noi di Un Ponte Per, con la Società della Cura, alla manifestazione nazionale indetta dai lavoratori e dalle lavoratrici della GKN ed invitiamo tutte le forze del movimento per la pace e per la solidarietà internazionale a fare altrettanto.
Riteniamo fondamentale in questi giorni in cui la guerra è tornata a scandire la vita quotidiana delle persone, unirci con chi si batte per il diritto al lavoro, la giustizia sociale e ambientale, per la difesa dei beni comuni, perché la nostra idea di pace è in primo luogo costruzione di un mondo più giusto e solidale.
Proprio Firenze, 20 anni fa, ospitò il primo Forum Sociale Europeo che vide decine di migliaia di delegati e delegate venuti da tutto il continente a discutere di lotta al neoliberismo, al razzismo e alla guerra. Fu in quella occasione che venne lanciata l’idea di una manifestazione globale contro la guerra all’Iraq, che portò in piazza decine di milioni di persone in tutte le capitali del mondo. Contro quella “internazionale della speranza” i potenti del pianeta decisero di scatenare comunque la guerra, travolgendo il diritto internazionale, ripristinando l’uso delle armi come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali. Quella scelta la stiamo ancora pagando ed ha il volto delle città devastate si chiamino Gaza o Baghdad, Aleppo o Kiev, Kabul, Belgrado o San’a’. Ha il volto dei e delle profughe lasciate al freddo nei Balcani o ai confini orientali dell’Europa o affogate nel Mar Mediterraneo.
Oggi ancora sta a noi costruttori e costruttrici di pace, in Russia, in Ucraina, in Italia e ovunque, rompere la spirale, in cui l’intelligenza è sostituita dalla propaganda, il cervello compresso sotto un elmetto. La nostra idea di “neutralità attiva” non significa stare con le mani in mano, attendere gli eventi, non prendere parte. Ma la nostra parte sono sempre stati i popoli, coloro che la guerra la subiscono sotto il fragore delle bombe e dell’isteria bellica.
Neutralità attiva è chiedere al nostro governo e a quelli della Ue scelte politiche coerenti con la vocazione di pace, favorendo il negoziato e non alimentando la violenza con l’invio di armi, coinvolgendo l’Onu, perseguendo una soluzione multilaterale della crisi che punti ad un sistema di sicurezza comune in cui nessun Paese sia escluso.
Neutralità attiva è liberarsi dai patti militari la cui stessa esistenza rappresenta una minaccia per i popoli; significa aiutare gli ucraini e le ucraine colpite dalla guerra, sostenere le ragioni dei pacifisti e delle pacifiste russi contro il regime militarista di Putin che rischiano la loro libertà; accogliere (tutti) i profughi che scappano dai conflitti e dalla fame senza discriminazioni; combattere ogni nazionalismo, fascismo, razzismo e fondamentalismo religioso.
Torniamo a Firenze, non solo per sostenere le ragioni degli operai e delle operaie in lotta, ma anche per rilanciare l’idea di un’altra Europa, sociale, solidale, non patriarcale, possibile e necessaria senza più muri e con tanti ponti sui quali camminare insieme. L’Italia e l’Europa che è necessaria per fare la pace.
Per queste ragione sabato 26 marzo saremo a Firenze per costruire insieme a chi vorrà un pezzo della manifestazione che renda visibile il legame che c’è tra la pace e la giustizia sociale, climatica e di genere.