“insorgiamo” :: Lotta contro i licenziamenti alla Texprint di Prato

Car* tutt*,

vi aggiorno brevemente su un’altra importante vertenza – settore tessile.

Si tratta del caso Texprint, azienda a conduzione cinese di Prato. Qui trovate il link all’articolo uscito oggi sul Manifesto scritto a più mani con i coraggiosi sindacalisti del SiCobas che seguono i 18 lavoratori licenziati in sciopero dall’inizio dell’anno. Vi prego di farlo girare il più possibile.

https://ilmanifesto.it/sciopero-della-fame-per-chiedere-dignita-nel-lavoro/

Ieri si è tenuta una conferenza stampa e poi una assemblea cittadina perché, da ieri mattina, lo sciopero con presidio che dura ormai da 228 giorni si è affiancato a una nuova importante forma di lotta: lo sciopero della fame in Piazza del Comune a Prato.

L’iniziativa è stata decisa per puntare il dito contro l’immobilismo ed il silenzio che ha contraddistinto le istituzioni locali durante i sette mesi trascorsi dall’inizio della vertenza sindacale in cui i lavoratori denunciano turni di 12 ore su sette giorni la settimana, contratti irregolari, lavoro nero, violazione di tutti i diritti più elementari quali le ferie e la malattia retribuita. Ma anche contro i ritardi degli accertamenti dell’Ispettorato del Lavoro, ancora assenti.

Le richieste del sindacato con i lavoratori…

Convocazione di un tavolo inter-istituzionale con il coinvolgimento di Prefettura, Comune di Prato, Regione Toscana ed Ispettorato del Lavoro per chiedere iniziative concrete a sostegno dei lavoratori, una azione risolutiva della vertenza a favore dei lavoratori coinvolti in un caso di grave violazione dei diritti stabiliti dalle legge e dai contratti, la conclusione degli accertamenti dell’Ispettorato del Lavoro e l’applicazione delle sanzioni massime all’azienda, peraltro con comprovati rapporti con i boss della ‘ndrangheta.

Inoltre: riconoscimento dei permessi di soggiorno, come previsto dalla legge riconosce ai cittadini stranieri che sono vittime di sfruttamento, poiché è la paura di non rinnovare il permesso di soggiorno, o di perderlo insieme al lavoro, che alimenta lo sfruttamento nel distretto. Diritto alla residenza e all’assistenza medica di base. Ritiro delle denunce e delle multe comminate (30mila euro) per violazione del coprifuoco e per “blocco stradale” (agli scioperanti in presidio, in virtù dei “decreti Salvini”), ponendo fine all’attacco al diritto di sciopero e all’accanimento contro i lavoratori e loro rappresentanti in lotta.

Si tratta di una vertenza evidentemente molto importante per le diverse dimensioni che tocca: oltre alle questioni squisitamente sindacali, il tema dell’etnicizzazione dello sfruttamento, del rapporto di pericolosa e pervasiva continuità tra economia legale, economia sommersa e illegalità.

Il tutto nel cuore del made in Italy, protetto e promosso da praticamente tutte le forze politiche e istituzionali come una eccellenza intoccabile che giustifica tali fatti come episodi isolati, le classiche mele marce per non mettere in discussione il sistema.

Una retorica avvilente che da anni denunciamo come Campagna Abiti Puliti e che emerge in tutta la sua forza prepotente in casi nazionali che molto assomigliano a quelli che osserviamo nei paesi esteri con democrazie ben più fragili o inesistenti e relazioni industriali immature.

Un’altra lotta da mappare e molto importante da sostenere. Vi farò sapere a breve attraverso quali azione concrete, oltre al sostegno al presidio e alle donazioni economiche.

A presto

Deborah Lucchetti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *