Biella, sabato 2 febbraio :: l’Italia che resiste

Il Coordinamento Biella Antifascista aderisce con convinzione e invita a partecipare alla manifestazione l’Italia che resiste che si terrà sabato 2 febbraio nelle piazze di tante città italiane, tra cui Biella.

Le ragioni della nostra adesione sono le stesse che ispirano tutte le nostre azioni: mobilitarci collettivamente per contrastare la disumanità imperante, ormai fattasi senso comune e principio di governo, che condanna migliaia di persone a morire nel mar Mediterraneo e vuole imporre norme e stili di vita reazionari ai vivi.

Dalla strage quotidiana di migranti in mare agli atti di violenza xenofoba e nazifascista sempre più frequenti nelle nostre città, dagli attacchi medioevali ai diritti delle donne alle norme liberticide del decreto sicurezza, le azioni compiute da questo governo e dai suoi scherani e il consenso che riscuotono tra la popolazione ci impongono di reagire pubblicamente ad ogni occasione utile.

La manifestazione di sabato è una di queste occasioni: un momento in cui ritrovarsi, fisicamente, in piazza, per scandire con forza e chiarezza che è ora di porre fine a questa barbarie.

Per l’apertura immediata dei porti, la creazione di un corridoio umanitario europeo, il ritiro delle norme patriarcali e liberticide.

sabato 2 febbraio :: dalle 15 davanti al Comune di Biella

Biella è antifascista ribelle solidale

Coordinamento Biella Antifascista

Vi alleghiamo un documento che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi in cui sono esposte più diffusamente le nostre riflessioni sull’attualità.

Fermiamo “il sudaticcio”

Oggi le “deportazioni”, domani, quando le persone senza fissa dimora stazioneranno agli angoli delle strade, cominceranno i “rastrellamenti”.

I metodi nazisti del “sudaticcio”, e del suo Governo, servono a coprire il fallimento delle politiche migratorie dell’Italia e dell’Europa, ed oggi ad alimentare l’insicurezza, utile per amministrare le paure dei cittadini, che potranno/dovranno continuare a votare per i partiti nazionalisti e autoritari, figli del fallimento delle politiche economiche neoliberiste.

Non ci sono alibi e queste non sono soluzioni!

Secoli di colonialismo occidentale hanno piegato l’Africa e l’Asia agli interessi europei. Oggi tutto ciò prosegue in forme nuove: con le politiche ricattatorie del Fondo Monetario Internazionale, lo sfruttamento delle risorse di queste aree da parte delle multinazionali e la vendita di armi per alimentare i conflitti, conseguenza della spartizione geopolitica del territorio da parte delle potenze occidentali.

Masse di uomini e di donne fuggono dalla fame, dalle guerre e da regimi autoritari foraggiati da compagnie estrattive, commerciali e finanziarie europee. Chiedono la possibilità di una vita dignitosa nell’Europa della giustizia, della tolleranza, dell’accoglienza e hanno trovato diffidenza, arroganza, ignoranza, muri e respingimenti.

I governi italiani introducono il reato di “immigrazione clandestina”; fanno accordi politici, militari ed economici con la Libia, per garantire i respingimenti e l’apertura di “campi di concentramento” per migranti, dove la violenza e gli abusi sono la forma di finanziamento delle bande armate libiche, legali e illegali; criminalizzano le ong che salvano uomini, donne e bambini in mare; provocano le morti in mare e oggi chiude i porti.

Così si è arrivati al Decreto 113/2018 che cancella le forme di accoglienza (producendo la perdita di centinaia di posti di lavoro giovanile); limita il diritto d’asilo; nega “la residenza” ai migranti legalmente residenti; incrementa la massa dei senza fissa dimora; lascia all’arbitrio delle istituzioni centrali e locali la gestione delle persone immigrate, che comunque perdono lo stato di cittadini in contrasto con il Diritto internazionale e le indicazioni contenute nella Costituzione.

Tutto ciò va fermato subito: attraverso diffuse forme di solidarietà e disobbedienza civile; assediando le istituzioni locali perché si assumano la responsabilità dell’accoglienza, affinché non siano calpestati i diritti umani.

Inoltre si devono avviare campagne di “sensibilizzazione” e ricostruzione della “verità possibile” contro la disinformazione, la cultura del razzismo e della violenza xenofoba.

Fermiamo il lavoro del “sudaticcio” che veste, a nostre spese, i panni dello sbirro-bambino che gioca a “guardia e ladri”!

Fermiamo la deriva neofascista e nazionalista del governo giallo-bruno nella società italiana!

Coordinamento Biella Antifascista

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