Torino, strategia contro il dissenso

!cid_9F532831F5D842969744E99511BE5063@user0dd840687eRiportiamo un articolo di Livio Pepino (ex magistrato) apparso oggi su Il Manifesto riguardo all’operazione di polizia che ha coinvolto 23 NoTav il 20 giugno. Ad essere interessante, all’interno dell’articolo, è quanto l’ex magistrato rileva nelle operazioni di questo tipo, facendone capire la portata.  I due pesi che la magistratura utilizza nei confronti dei NoTav viene avvallata dalla corsia preferenziale riservata agli imputati che esprimono il proprio dissenso verso la costruzione dell’opera.

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Il copione si ripete. Ieri mattina, appena ventiquattrore dopo il terremoto elettorale che ha rimesso in discussione, a Torino, gli equilibri politici intorno alla Nuova linea ferroviaria Torino-Lione, un ennesimo grappolo di misure cautelari si è abbattuto su esponenti del movimento No Tav. Ancora una volta le misure si riferiscono a fatti accaduti un anno prima (il 28 giugno 2015 intorno al cantiere della Maddalena di Chiomonte allorché un gruppo di dimostranti tentò e in parte riuscì ad agganciare e rimuovere, con un gesto di evidente significato simbolico, pezzi delle reti di recinzione).

Ancora una volta l’accusa è di resistenza a pubblico ufficiale (con l’appendice di alcuni reati minori). Ancora una volta gli indagati colpiti dalle misure sono, nella stragrande maggioranza, persone note nel movimento, ben conosciute dalle forze dell’ordine, non certo interessate a sottrarsi alle indagini con la fuga o a manomettere e inquinare le prove dei fatti.

Nulla di nuovo, verrebbe da dire. Da oltre dieci anni i cittadini e le cittadine della Val Susa che si oppongono alla realizzazione del Tav sono oggetto di interventi repressivi di crescente gravità da parte della Procura della Repubblica e dei giudici per le indagini preliminari del Tribunale di Torino. Sono attualmente indagate in valle circa 1000 persone, di età compresa tra i 18 e gli 80 anni, per i reati più vari, a partire dalla mancata ottemperanza ai provvedimenti prefettizi che vietano la circolazione nella “zona rossa” prossima al cantiere della Maddalena di Chiomonte. In questo momento sono soggette a misure cautelari – di diversa intensità – poco meno di cinquanta persone, quasi tutte per il reato di resistenza a pubblico ufficiale.

Nulla di nuovo, ma il protrarsi di forzature che non hanno nulla a che fare con l’obbligatorietà e il sereno esercizio dell’azione penale. C’è una palese disparità di trattamento nei confronti degli indagati appartenenti al movimento No Tav, nei cui confronti si assiste a una dilatazione abnorme delle ipotesi di concorso di persone nel reato mentre pressoché tutte le denunce nei confronti delle forze dell’ordine per lesioni anche gravissime a manifestanti sono state archiviate, senza alcuna seria indagine, per l’asserita impossibilità di identificarne gli autori. C’è una corsia preferenziale per i processi nei confronti di esponenti No Tav, trattati con assoluta priorità anche se relativi a fatti lievissimi (come l’inottemperanza alle ordinanze prefettizie o il danneggiamento simbolico delle reti del cantiere), mentre per i reati da essi denunciati (persino quelli con prove documentali come le diffamazioni) sono per lo più trattati con tempi tali da assicurarne la prescrizione. C’è un ricorso massiccio – appunto – alla custodia cautelare in carcere anche nei confronti di incensurati e un’applicazione indiscriminata di misure non detentive per fatti di lieve entità (con prescrizioni vessatorie e motivate con pure clausole di stile, come il diniego del permesso per recarsi a colloquio con i difensori, la mancata concessione della possibilità di lavorare o di dare esami all’università, il divieto di recarsi a far visita ai genitori etc.).

Dopo avere perseguito la strada del maxiprocesso (per i fatti di fine giugno-primi di luglio 2011) e giocato la carta della fantasiosa contestazione del reato di attentato con finalità di terrorismo (escluso in modo tranchant sia dai giudici di merito che dalla Corte di cassazione) i pubblici ministeri e i giudici della cautela torinesi hanno scelto la strada di uno stillicidio di processi. Per anni magistrati, politici e giornalisti hanno gridato ai quattro venti che gli interventi repressivi disposti non riguardavano il movimento No Tav ma solo reati specifici commessi da frange estremiste e violente, per lo più estranee alla Val Susa. Ora anche la maschera è caduta. I destinatari delle misure cautelari sono per lo più vecchi e giovani valligiani imputati per fatti che in ogni altra parte d’Italia meriterebbero, al massimo, un dibattimento di routine al di fuori da ogni “corsia preferenziale”. L’evidente finalità è quella di intimidire, di dividere, di fiaccare il movimento secondo un modulo ben noto in varie parti del mondo e denunciato in una recente sentenza della Corte interamericana dei diritti dell’uomo, concernente esponenti del popolo Mapuche, laddove si censurano alcuni interventi di autorità giudiziarie cilene siccome diretti a «provocare paura in altri membri della comunità coinvolti in attività di protesta sociale e di rivendicazione dei loro diritti territoriali o che intendono eventualmente parteciparvi».

Lo abbiamo sottolineato altre volte ma merita ricordarlo. Queste vicende parlano all’intero Paese perché il livello di democrazia di un ordinamento si misura sul modo in cui vengono orientati, nella repressione del dissenso, l’azione delle forze di polizia e della magistratura, quando non anche – come avvenuto ripetutamente nell’Italia liberale e come avviene oggi in Val Susa – delle forze armate in funzione di ordine interno.

Livio Pepino

Informazioni e commenti a caldo

OGGI ARRESTI, RESTRIZIONI E OBBLIGHI DI FIRMA PER 23 NOTAV tra studenti universitari e ultrasettantenni, residenti in Valle a Torino e in altre città italiane per la giornata del 28 giugno 2015 quando “LA MARCIA NOTAV ROMPE I DIVIETI E FA CADERE RETI E BARRIERE CON L’ORGOGLIO!”(VEDI: http://www.notav.info/post/la-marcia-notav-rompe-i-divieti-e-fa-cadere-reti-e-barriere-con-lorgoglio/)

TG R del 21-GIU-2016 ore 1400  https://www.youtube.com/watch?v=J0LYPhA57Gw

TG La 7 del 21-GIU-2016 ore 1330  http://www.dailymotion.com/video/x4hm69t_tg-la-7-del-21-giu-2016-ore-1330_news

Da NOTAV Info :

ANCORA UN ATTACCO CONTRO IL MOVIMENTO NOTAV

Con un tempismo quanto mai sospetto, appena terminate l’elezioni di Torino, sono i pm con l’elmetto a prendersi le luci della ribalta proseguendo nella continua crociata contro i notav….

la marcia notav ruppe i divieti e fece cadere reti e barriere con l’orgoglio!

Sono 23 i notav coinvolti in totale e sono: 2 arresti in carcere, 9 arresti domiciliari con le restrizioni, per tutti gli altri obblighi di firma (quotidiane per lo più).

http://www.notav.info/post/arresti-restrizioni-e-obblighi-di-firma-ancora-un-attacco-contro-il-movimento-notav/

 

NICOLETTA DOSIO NOTAV, RIFIUTA LE FIRME GIORNALIERE

“Che sia chiaro, io non accetterò di andare tutti i giorni a chiedere scusa ai carabinieri, non accetterò che la mia casa diventi la mia prigione.

Decidano loro, tanto la nostra lotta è forte, lottiamo per il diritto di tutti a vivere bene, lottiamo non solo per la nostra valle ma per un mondo più giusto e vivibile per tutti

Noi non abbiamo paura e non ci inginocchiamo davanti a nessuno, e quindi io a firmare non ci vado e nemmeno starò chiusa in casa ad aspettare che vengano a controllare se ci sono o non ci sono.

Siamo nati liberi e liberi rimaniamo! Liberi ed uguali!”  https://www.youtube.com/watch?v=EqQ6MvZ_rxY

 

21 giugno 16 Carmilla :

“IL REGIME E LA SUA MISERABILE VENDETTA IN VAL DI SUSA

di Sandro Moiso

Questa mattina all’alba è scattata in Val di Susa, contro il movimento No TAV, un’operazione di polizia che ha portato a numerose perquisizioni, 2 arresti in carcere, 9 arresti domiciliari con restrizioni e per tutti gli altri obblighi di firma, per lo più quotidiana. Tra i coinvolti ci sono da segnalare la storica trattoria del movimento, La Credenza, Nicoletta Dosio (obbligo di firma) e una simpatizzante ultra-settantennne, Marisa; quest’ultima inquisita per “supporto logistico” poiché essendo impedita nella deambulazione il 28 giugno 2015, durante la manifestazione “incriminata”, si trovava sul furgone affittato come sempre dai manifestante….

D’altra parte, nonostante le continue dichiarazioni sui voti che la Destra avrebbe fornito ai 5 Stelle, il Partito di Renzi sa benissimo che proprio la diminuzione degli elettori che hanno partecipato al ballottaggio dimostra proprio che chi voleva votare a destra spesso non è andato a votare, mentre le 25 mila schede elettorali richieste, al Comune di Torino da cittadini che non sono mai andati a votare o che non votavano più, nel corso delle due settimane intercorse tra la prima e la seconda tornata elettorale hanno allarmato per tempo il PD sulle vere intenzioni dell’elettorato torinese….”

https://www.carmillaonline.com/2016/06/21/regime-la-sua-miserabile-vendetta-valsusa/

 

21 giugno 16 Frediani (m5s):

“MISURE CAUTELARI AUMENTANO TENSIONE, SI APRA VERA STAGIONE DI DIALOGO PARTENDO DA OPZIONE ZERO. LO CHIEDONO I CITTADINI”

….Le recenti elezioni hanno dimostrato ampiamente che i cittadini affidano la propria fiducia a forze politiche che non puntano sulle grandi opere, ma che riconoscano come prime reali emergenze come casa, lavoro, sanità ed un trasporto pubblico locale efficiente.

Auspichiamo pertanto un serio momento di riflessione da parte di tutti i soggetti politici per aprire una reale stagione di dialogo, che riporti al centro del dibattito l’opzione zero, l’unica che offre reali risposte ai cittadini ed ai loro bisogni”.

http://m5sp.it/comunicatistampa/?p=4468

 

SUI QUOTIDIANI:

21 giugno 16 Stampa :

“PER L’ASSALTO AL CANTIERE DI CHIOMONTE NEL 2015 NOVE ARRESTI E ALTRETTANTI “OBBLIGHI DI FIRMA”

Diciotto misure cautelari scattate questa mattina: il provvedimento dopo le perquisizioni domiciliari

Massimiliano Peggio Torino

Diciotto misure cautelari più due fermi disposti dall’autorità giudiziaria: è il bilancio di un’operazione condotta dalla Digos per gli attacchi al cantiere Tav di Chiomonte avvenuti il 28 giugno 2015, con il danneggiamento delle reti e lancio di oggetti.

Delle 18 misure, 9 sono arresti domiciliari e 9 obblighi di firma.

I due fermi, in carcere, sono stati disposti a seguito di perquisizioni, che avrebbero permesso agli investigatori di scoprire elementi indiziari degli scontri.

I due fermi sono stati disposti a Torino e Modena. Colpiti soprattutto attivisti No Tav e antagonisti collegati ai centri sociali, come Askatasuna….”  

http://www.lastampa.it/2016/06/21/cronaca/per-lassalto-al-cantiere-di-chiomonte-nel-nove-arresti-e-altrettanti-obblighi-di-firma-YOiEP8vtZbOQZ5sWyVB5GN/pagina.html

 

21 giugno 16 Repubblica :

“TORINO, BLITZ ALL’ALBA DELLA DIGOS CONTRO I NO TAV: VENTI MISURE CAUTELARI, UNDICI ARRESTI

L’operazione dopo l’assalto del 28 giugno 2015 al cantiere di Chiomonte con petardi e funi per abbattere la recinzione. Il movimento: “Tempismo elettorale sospetto”

di Erica Di Blasi

….Tutti i 20 destinatari delle misure devono rispondere di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni personali, esplosioni di ordigni con la finalità di turbare l’ordine pubblico.
L’operazione arriva in un momento molto particolare, proprio all’indomani dell’elezione a Torino della sindaca Chiara Appendino dei Cinque Stelle: in lei proprio i No Tav
, che hanno partecipato ai festeggiamenti di domenica sera davanti al Comune, confidano affinché nella sua nuova veste istituzionale si opponga all’opera già avviata in Valsusa.

E il movimento No Tav non manca di sottolinearlo: “Un tempismo quanto mai sospetto, appena terminate le elezioni di Torino – scrive il sito Notav.info – Sono i pm con l’elmetto a prendersi le luci della ribalta proseguendo nella continua crociata contro i No Tav”. Una riunione è stata indetta per questa sera a Bussoleno, in Val di Susa, per “discutere insieme le prossime iniziative per la liberazione di tutti e tutte, in vista dell’estate di lotta”.
http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/06/21/news/torino_blitz_all_alba_della_digos_contro_i_no_tav_venti_misure_cautelari_diversi_arresti-142486033/

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