Lavoratori in pannolino, di Daniele Perazio

kath haring 2Da una ricerca effettuata dalla Oxfam, una associazione umanitaria internazionale, emerge che i principali allevamenti-mattatoi di pollame americani per massimizzare i profitti e ridurre al minimo i costi, hanno deciso di permettere ai lavoratori di soddisfare le loro esigenze fisiologiche, soltanto tramite una autorizzazione scritta dai dirigenti. Negli stabilimenti dove è consentita la pausa pipì si formano lunghe code che scoraggiano i lavoratori; per cui molti operai, visto il divieto di andare in bagno, automuniti di pannolino, sono costretti a fare i loro bisogni sulla postazione di lavoro.

Penso che questa sia la dimostrazione di come l’uomo, inteso come persona: ossia individuo capace di provare emozioni e sentimenti, non conti più nulla.

L’uomo in questa società  è soltanto una risorsa da sfruttare al massimo per fare denaro.

Quella persone sono costrette a lavorare in condizioni crudeli , disumane e degradanti poiché i veri valori ossia il rispetto dell’uomo, della sua dignità e della sua coscienza sono stati volutamente dimenticati. Alle industrie tutto questo però non importa, poiché mettono davanti a tutto soltanto il denaro; esse devono produrre sempre di più, riducendo i costi per aumentare i profitti. Non importa a quale prezzo soprattutto se lo pagano altri.

Sono uno studente e sono arrabbiato non solo con le industrie e il potere che permettono tutto questo, ma anche con la scuola ed il sistema scolastico.

La scuola dovrebbe essere il luogo attraverso il quale noi ragazzi, alla fine del percorso formativo, dovremmo aver imparato a ragionare con la nostra testa, ad essere quindi persone emancipate ed indipendenti.

La scuola però, è la prima a non essere emancipata, ma sottomessa alle richieste ed esigenze del mercato.

Dal percorso scolastico che ho effettuato mi sono reso conto che si studia l’economia soltanto in funzione delle richieste delle industrie: ossia metodi per ridurre i tempi ed i costi di produzione e per aumentare l’efficienza e la produttività.

I libri ci dicono che sta alla moralità ed alla sensibilità dei dirigenti e di che si occupa dell’organizzazione dell’azienda, impostare una produzione che soddisfi e che vada incontro anche alle esigenze dei lavoratori.

Ma in un sistema in cui si indicano le discipline prime con una incognita X e gli operai con una incognita Y, la moralità e la sensibilità non contano più nulla poiché le persone diventano soltanto dei numeri, ed i numeri non trasmettono emozioni.

Si paragonano di fatto dei pezzi di ferro a degli uomini, poiché per il sistema sono risorse a pari livello.

Penso quindi che la scuola abbia una grande responsabilità nei confronti di quei lavoratori obbligati a fare i loro bisogni in un pannolino; ma anche noi studenti non siamo del tutto innocenti poiché non abbiamo fatto nulla per impedire che la scuola rimanesse sottomessa al mercato, e che educhi i ragazzi soltanto a proseguire su questa strada, ossia a sfruttare e opprimere coloro che sono in difficoltà in nome del denaro.

Daniele Perazio

studente dell’IIS “Q.Sella” di Biella

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