Intervista a Piergiovanni Alleva: «Il pacchetto lavoro moltiplicherà i precari»

«Il pacchetto lavoro moltiplicherà i precari»

Piergiovanni Alleva intervistato da Roberto Ceccarelli 

Piergiovanni Alleva, giurista del lavoro, già responsabile della consulta giuridica della Cgil, è carico come una pila. Il decreto Letta sul lavoro che riforma i contratti a termine, sui quali era intervenuta appena un anno fa l’ex ministro Elsa Fornero, proprio non riesce a digerirlo. Per lui «è un monumento equestre all’ipocrisia nazionale». La sua indignazione l’ha esposta in una lettera aperta al segretario del Pd Guglielmo Epifani, che conosce bene dopo anni di collaborazione in Cgil, quando Epifani faceva il segretario generale. Per Alleva, appoggiando il governo Letta, il Pd avrebbe «mascherato il più micidiale attacco mai portato ai diritti dei lavoratori come semplice misura di supporto all’occupazione giovanile».

 

Professor Alleva, come mai trova così «ipocrita» questo decreto?

Nell’articolo 2 si parla del contratto a termine come una misura temporanea valida fino al 2016. Si prevede che solo il 5% di questi contratti possa essere «acausale», cioè che il termine automatico di scadenza potrebbe essere apposto al contratto anche senza una ragione specifica o causa. Inoltre si prevede che il primo contratto duri non più 12 ma 18 mesi.

 

Viene considerata una misura temporanea per aumentare l’occupazione.

L’articolo 6 cancella però il divieto di proroga a questo contratto. In sostanza, il primo contratto può essere prorogato fino a 24 mesi e dopo l’azienda può prendere un altro lavoratore e fargli fare la stessa trafila. Cosi si resta precari a vita. Poi arriva la misura davvero ipocrita: l’acausalità generale viene ammessa purché sia stabilita in contratti collettivi, firmati dai sindacati rappresentativi, a qualsiasi livello, compreso quello aziendale.

 

Che cosa significa?

Lo scopo è rendere i contratti a termine acausali. In un paese dove è stato modificato l’articolo 18, dove il 90% dei nuovi assunti sono precari, si stabilisce che i contratti a termine possano essere usati in alternativa al contratto a tempo indeterminato. Immagini le conseguenze di questo. Il governo vuol far fare ai sindacati ciò che ipocritamente non ha voluto fare direttamente Letta e Giovannini assicurano che daranno i soldi alle aziende che assumono a tempo indeterminato… Stanno dicendo alle aziende che se trasformano il contratto a termine gli daranno soldi. Questi incentivi sono in realtà finanziamenti a pioggia. Il problema è che in Italia non c’è domanda di lavoro. Questi incentivi non faranno assumere nessuno e si presteranno a fenomeni speculativi da parte delle aziende.

 

Perché la Cgil approva questa iniziativa?

Spera di poterla bloccare. Piuttosto che avere l’acausalità per legge, useranno l’acausalità nella contrattazione aziendale e così sperano di potere tamponarne gli effetti. È una strada rischiosa. Non credo che una piccola Rsu possa rifiutare un accordo dove, in cambio di 50 contratti a termine, l’azienda assume 4 o 5 persone.Spero che i sindacati resistano a questa tentazione. Martedì ci sarà l’udienza sul ricorso Fiom contro l’esclusione dalle Rsa di New Holland e Maserati.

 

Come andrà a finire?

Se dovesse valere il principio per cui la Fiat si sceglie i sindacati con cui contrattare, allora Marchionne ci metterà tre giorni per imporre l’acausalità dei contratti a termine. Figuriamoci se gli altri sindacati non glielo faranno fare. Il decreto Letta gli ha steso un tappeto rosso.

 

Professore, Epifani le ha risposto?

No, se non indirettamente e in maniera non molto piacevole. Lasciamo stare, non mi sono offeso. La mia lettera è un affettuoso strappone alla giacca. Epifani sa cosa deve fare: una legge sulla rappresentanza, abolire l’articolo 8, garantire la presenza dei sindacati nelle fabbriche. Poi magari mi potrà anche denunciare per stalking.

il manifesto, 30/6/2013

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