Lo “stato d’emergenza” che dura da oltre un anno, accompagnato da mesi di “coprifuoco notturno”, insieme a due mosse istituzionali compiute da Draghi rendono la situazione politica inquietante.
Lo spostamento del capo della Polizia Gabrielli alla gestione dei “servizi segreti” è un atto anomalo e preoccupante. Interpretando lo spirito della legge tale organismo dovrebbe essere “controllato” dal Parlamento, da un suo membro, e non da un soggetto proveniente da un altro corpo armato. Inoltre aver affidato la gestione del “piano vaccinazioni” a un generale dell’esercito, Figliuolo, evidenzia la sfiducia di Draghi nei confronti della politica, l’incapacità di gestire la democrazia e sottende una vocazione autoritaria. Queste scelte confermano la tendenza alla “militarizzazione” della vita pubblica degli italiani.
In nome dell’emergenza sanitaria, si assiste al sempre più frequente e diffuso controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, che si concretizza con sgomberi sempre più frequenti, incuranti dei disagi che provocano alle fasce più povere della popolazione, e strumenti di dissuasione sempre più aggressivi nei confronti di qualsiasi azione di protesta o dissenso.
Dall’altra parte si rafforza la tendenza all’attribuzione di responsabilità istituzionali a soggetti estranei alla rappresentanza parlamentare e provenienti dalle “forze armate” o esperti in tecnologie, Cingolani, utilizzate per la costruzione di droni e armi, non certo indispensabili alla “transizione ecologica” di cui si favoleggia.
In questo contesto il governo studia piani di intervento che, spacciati per “riconversione ecologica”, pare abbiano soprattutto lo scopo di incentivare e realizzare le grandi opere, liberate finalmente dalle pastoie burocratiche, cioè in deroga ai vincoli ambientali e paesaggistici e liberate dai protocolli antimafia.
Mentre nulla si è fatto per rafforzare la medicina territoriale, aumentare i posti letto e il personale negli ospedali, aumentare i mezzi di trasporto pubblici, …si chiudono le scuole, i musei, i teatri e i cinema…
Buona parte degli intellettuali sono afasici o acritici, l’informazione è la mosca cocchiera del governo del “salvatore”: esalta e stigmatizza le immagini degli assembramenti nei centri storici durante il fine settimana, ma non mostra le immagini degli assembramenti quotidiani sui trasporti pubblici cittadini!
Siamo poco interessati alle sorti delle istituzioni politiche, ormai in preda ad una crisi profonda e irreversibile, siamo molto più interessati alla loro profonda trasformazione. Ma siamo certamente preoccupati dalla riduzione progressiva dell’agibilità politica e personale!
Non ci muove un generico, liberale, risentimento individuale o una voglia, ideale, di libertà, ma la constatazione della progressiva perdita di spazio d’azione per le persone, le associazioni e le comunità che hanno scelto di fare politica fuori dalle istituzioni e fuori dai palazzi!
Per questo crediamo che tutt* dovremmo essere impegnat* nella critica pubblica, scritta o parlata, da esercitare ovunque e con tutti i mezzi di comunicazione, nell’azione di vigilanza e denuncia sul territorio per prevenire abusi e scempi, in azioni di disturbo e disobbedienza civile per garantire l’agibilità politica e la libertà di movimento e espressione di tutt*, come sancisce la Costituzione.
Biella, 3 marzo 2021
Marco Sansoè
Concordo con ogni cosa che hai scritto. È necessario rimanere vigili e stimolare la consapevolezza dei cittadini, nonostante il bombardamento mediatico diffonda una propaganda efficace bei confronto di moltissime persone. Io disponibile a confrontarmi e, dunque, se ti va ci possiamo sentire. A presto
condivido la tua preoccupazione: se non siamo in grado nemmeno di organizzare una campagna di vaccinazione e si ricorre ai militari, allora dobbiamo anche accettare che si debba ricorrere alle forze armate quando dimostriamo di non saper gestire la democrazia, che è stata una conquista difficile, non conclusa e continuamente svilita. Non avendo endemicamente una cultura della prevenzione e dell’onestà, ci areniamo quando dobbiamo organizzarci di fronte a un’emergenza. Accolgo il tuo appello e cercherò, nel mio piccolo, di unire la mia voce a quella di tanti altri come te. Un abbraccio. Bruno
ciao marco,
anche io sono molto preoccupato… con l’arrivo del caldo la gente sta riprendendo confidenza con il vivere lo spazio pubblico, a Torino gli spazi aperti sono popolati da capannelli di gente fino a sera tardi, ma negli ultimi giorni il prefetto ha deciso di fare delle prove muscolari soprattutto nella zona di Aska.
Credo che la situazione sia molto critica, ma che al contempo su questo piano possano emergere possibili conflitti. Il malessere diffuso e il bisogno di socialità che percepisco nelle persone della mia generazione che mi circondano potrebbe trasformarsi in un rifiuto di una serie di restrizioni e di fronte a una militarizzazione coatta anche in uno scontro… allo stesso tempo invece potrebbe invece generare un ulteriore ripiegamento depressivo.
Dobbiamo affinare i nostri strumenti di analisi per comprendere veramente quello che si sta delineando e soprattutto capire che tipo di accelerazione verrà impressa dal nuovo governo.
Nicolò
Condivido la tua preoccupazione.
Non credo di esagerare affermando che mi sembra di avvertire, anche psicologicamente, la pressione di questa “militarizzazione”. Per certi versi, il governo Draghi pare esprimere un carattere ancora più autoritario di quello già messo in atto dal governo Conte. La sua pacatezza, a mio parere, nasconde la fermezza di chi vuole imporre una linea senza troppe disccussioni e opposizioni. Ci stiamo sempre più spostando verso una incontestabilità delle scelte politiche che, ovviamente assunte per il bene del Paese, non devono quindi essere criticate e contestate in nessun modo. Anche quando al cittadino viene lasciata una scelta, si avverte sempre molto forte la pressione verso l’opzione preferita dalle autorità. Quindi, non viene propriamente imposta in modo autoritario ma, screditando e denigrando, anche dal punto di vista etico, le alternative, lo avviene di fatto. Atteggiamento davvero pusillanime e paternalistico, per il quale si lascia liberi di scegliere, prospettando però per chi non farà la scelta giusta, il biasimo e la responsabilità delle conseguenze, ovviamente negative, che ricadranno sulla comunità. Anche la campagna vaccinale degli insegnanti, mi sembra stia già prendendo questa piega. Come a dire, potete anche non aderire, ma se la situazione peggiorerà e le scuole verranno nuovamente chiuse sarà solo colpa vostra e del vostro scarso senso di responsibilità e di rispetto per il prossimo. La critica e il dubbio non sono ammessi. La scelta, quella giusta, è solo una. Non sopporto più sentire ipocritamente parlare del diritto alla salute. Non da uno Stato che non vuole morti per Covid-19, ma ha accettato tranquillamente i morti dell’ILVA e quelli di tanti altri scempi ecologici…. Non da colleghi che, a causa delle loro precarie condizioni di salute, hanno paura di stare dentro una classe con tutti gli allievi in presenza, ma che ad ogni ora buca escono in strada a fumare compulsivamente una sigaretta dietro l’altra. Non da un senso religioso, falso e bigotto, per la quale il distanziamento e le mascherine portate in una chiesa proteggono di più di quelle portate in un cinema, in un teatro o in un museo… Non da chi pensa ancora che la salute venga prima di ogni altra cosa invece di pensare che la salute debba venire insieme a ogni altra cosa… Fare una classifica dei diritti mi sembra davvero perisoloso. Anche perchè si difende il diritto alla salute ma intanto si dimentica per molti il diritto alla cura, si parla di diritto al lavoro ma si dimentica il diritto al rispetto e alla dignità…
Altro che riconversione ecologica! Se poi penso alla farsa degli incentivi sulla rottamazione delle auto oppure al cashback che, praticamente, non fanno altro che incentivare i consumi di chi non ha già alcuna difficoltà a spendere mentre non si prendono provvedimenti seri per chi si trova davvero in difficoltà, mi sento davvero sempre più sconcertato…
Hai ragione, occorre la critica pubblica. Ma molta gente è già allo stremo, molti altri non sono culturalmente preparati, senza contare che molti se ne fottono e basta, e intanto i problemi contingenti rischiano di far accettare di buon grado quasi tutto pur di tornare anche solo a un’illusione di normalità…
Grazie Marco e a presto.
Alessandro