“Solo una politica che muove dai bordi, che infranga le barriere, sottraendosi alla funzione poliziesca, può riscattare il proprio nome. Una tale politica, che è lì dove esplodono i conflitti, dove sorgono le lotte, mette in comune il torto, manifesta il dissenso, accende le luci sugli invisibili e gli invisi, prende la parte dei senza-parte, smentisce la ripartizione, mostra la contingenza dell’ordine, spezza la gerarchia poliziesca dell’archè, che vuole il monopolio dell’inizio, che pretende di aver stabilito il comando. Non c’è politica se non l’interruzione anarchica, nello scarto in cui, appena avvertibile, l’appello all’uguaglianza disdice la logica del governo, dove in un movimento incessante si ricostituisce ogni volta l’essere-insieme della comunità.”
Donatella Di Cesari, Il tempo della rivolta. Bollati Boringhieri, 2020