Libertà per il poeta palestinese Ashraf Fayadh in carcere in Arabia Saudita da un anno.

ashrafIl poeta, artista e curatore palestinese Ashraf Fayadh è in carcere ad Abha, in Arabia Saudita, da più di un anno senza aver mai subito un processo, con le accuse, assolutamente poco chiare, di aver “offeso la religione” con le poesie della sua raccolta “Le istruzioni sono all’interno” (di cui qui di seguito trovate alcuni estratti), e di “portare i capelli lunghi”.

Secondo quanto si legge nell’appello firmato da 100 intellettuali e artisti dei paesi arabi, e pubblicato sul sito Jadaliyya lo scorso febbraio, non è la prima volta che le autorità saudite arrestano Fayadh. Già nel 2013 infatti, il poeta era stato trattenuto in carcere per cinque mesi, in seguito all’accusa depositata alla terribile Commissione per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio (una sorta di “polizia religiosa”) da un cittadino saudita, in cui si diceva che Fayadh aveva “pensieri erronei e che inducono all’errore”. Il poeta era stato rilasciato, ma solo per essere arrestato nuovamente il 31 dicembre del 2013.

Gli autori del manifesto, e mi sembra importante ribadirlo soprattutto in questo momento, condannano “questi atti di intimidazione che hanno preso di mira Ashraf Fayadh e che fanno parte di una più ampia campagna che istiga all’odio contro gli scrittori e che usa l’Islam per giustificare l’oppressione e reprimere la libertà di parola”.

Questo post nasce in risposta all’appello lanciato dall’attivista e accademica basata in Kuwait Mona Kareem affinchè si torni parlare di Fayadh. Dopo un primo momento in seguito all’arresto, in cui molti media arabi e internazionali si erano occupati della questione, sulla sua situazione è calato il silenzio.

Se volete saperne di più potete seguire il gruppo Facebook Freedom for Ashraf.

Un grazie speciale alle traduttrici Jolanda Guardi e Silvia Moresi per essersi prestate a tradurre le poesie di Ashraf Fayadh per i lettori di editoriaraba.

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I baffi di Frida Kahlo
(di Ashraf Fayad, traduzione dall’arabo di Silvia Moresi; originale qui)

Ignorerò l’odore del fango, il rimprovero della pioggia
e il tormento che da lungo tempo dimora nel mio petto.
Cercherò un giusto conforto per la mia situazione che non mi permette di descrivere le tue labbra come desidero,
non mi permette di far cadere gocce di rugiada sui tuoi petali rossastri,
né placa l’enorme smania che mi tormenta quando comprendo che non sei al mio fianco, ora,
e che non ci sarai neppure quando dovrò spiegare la mia condizione al silenzio…quel silenzio con cui la notte, sempre, mi punisce!
Dimostrami che la terra è silenziosa così come appare da lontano, e che tutto ciò che è accaduto tra noi non era altro che uno sgradevole imprevisto; no, non è possibile sia questa la conclusione!
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Cosa pensi dei miei giorni che ho assassinato senza di te?
Delle mie parole che sono svanite in fretta,
della mia misera condizione,
delle sofferenze oramai sedimentate nel mio petto come alghe secche?
Ho dimenticato di dirti che mi sono abituato alla tua reale assenza,
che i desideri hanno smarrito la strada che li portava a te,
e che anche i ricordi han cominciato a svanire!
Io continuo ad inseguire la luce ma non è desiderio di vedere…le tenebre rimangono spaventose
anche se ad esse ci si abitua!

**
Ti bastano le mie scuse?
Le scuse per tutto ciò che accadeva mentre tentavo di giustificarmi
quando la gelosia si agitava in qualche angolo del mio petto,
quando la delusione distruggeva un nuovo giorno della mia triste vita,
quando ti ripetevo che la giustizia avrebbe continuato a soffrire per i dolori del ciclo mestruale,
e che l’amore è come un uomo impotente che sopravvive nell’autunno della vita…
**
Sarò costretto ad ingannare i ricordi
e mentirò dicendo che il mio sonno è tranquillo.
Distruggerò tutto ciò che resta delle domande…
quelle domande che han preso a cercare alibi per ottenere risposte convincenti,
dopo che tutta l’abituale punteggiatura è stata fatta crollare
per motivi strettamente personali!

**

Chiedi allo specchio di spiegarti quanto sei bella!
Spargi come polvere le mie parole ammassate,
respira profondamente, e ricorda quanto ti ho amata…
Come è possibile che ora la nostra storia sia diventata un semplice contatto elettrico
che stava per incendiare solo un enorme magazzino vuoto!

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Spazio vuoto*
(di Ashraf Fayadh, traduzione dall’arabo di Jolanda Guardi)

Ogni cosa ha la sua… dimensione!
La tua è molto usa alla tappezzeria
E la tua ombra pesante… non permette all’asfalto
Né alla vernice… e nemmeno alle scritte appiccicate sulle vetrine
Di essere viste.
Anche tu hai uno spazio… niente male
“vuoto”

L’aria è inquinata… e così anche i cassonetti della spazzatura
E il tuo animo da quando si è mescolato al carbone
E il tuo cuore… dall’occlusione delle vene
E dal suo rifiuto di concedere cittadinanza
Al sangue di ritorno dalla tua testa.

Senza la tua memoria… perdi molto della tua dimensione
Devi seguire una dieta adatta
Per perdere l’eccesso di te!

Prendi le tue decisioni in fretta
Ché la forza di gravità…
Non aspetta molto
Nota: cambia il fattore tempo con il tuo nome…
Per giungere alla corretta soluzione sul modo di lanciare l’ultima
Pagina del tuo diario
Nel cestino dei rifiuti… e centrarlo!

Consumi d’aria quanta ne basta a due neonati
Quando urlano entrambi allo stesso modo…
Sapendo che le particelle d’aria intorno a te…
Trasmettono il suono in modo distorto… la tua laringe…
Ha bisogno di restauro

Una mendicante sulla cinquantina… espone il suo orgoglio in
Un cencio impreziosito di monete… augura a te… e a quella
Bellezza che cammina al tuo fianco casualmente… di avere
Presto un figlio
Perché occupi un altro spazio… vuoto…
In cambio di una moneta!

È giunta l’ora di moltiplicare i tuoi passi… asessualmente
E di cambiare i tuoi calzini puzzolenti
.
.
.
Realtà scientifica: i batteri si sviluppano in fretta

Abbandonati al sonno…
Perché è giunto il momento di fondersi… e dissolversi
E assumere la forma adatta alla nostalgia in cui ti sei versato!
Evapora… condensati…
Torna al tuo vuoto…
Per occupare il tuo spazio abituale
… te stesso!

 

Cuore*
(di Ashraf Fayadh, traduzione dall’arabo di Jolanda Guardi)

Il cuore è motore di perfetta fattura
Ha bisogno di combustione… per assicurare il movimento a pieno regime!

 

Pari opportunità*
(di Ashraf Fayadh, traduzione dall’arabo di Jolanda Guardi)

Una ragazza e un ragazzo…
La madre preferisce il ragazzo alla ragazza
Il ragazzo sta vicino alla madre nel momento del bisogno
La ragazza partorirà un altro ragazzo che le stia accanto!

 

Equità*

(di Ashraf Fayadh, traduzione dall’arabo di Jolanda Guardi)

Si dice che la gente sia come i denti di un pettine
Ma non è così… mi raderò la testa in ogni caso
Per non essere obbligato al confronto!

 

Saggezza*
(di Ashraf Fayadh, traduzione dall’arabo di Jolanda Guardi)

L’amore non è essere un passerotto nella mano di chi ami
Per lui è meglio che dieci sulla pianta.
Un passero sulla pianta è meglio di dieci nella mano…
Dal punto di vista dei passeri!

 

* Le poesie: Cuore, spazio vuoto, Pari opportunità, Equità, Saggezza sono tratte dalla raccolta inedita in italiano “Le istruzioni sono all’interno”, Dar al-Farabi, Beirut 2007

Dal blog https://editoriaraba.wordpress.com/ che ringraziamo…

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