In un articolo del Corriere della Sera Veltroni scrive che «è sbagliato ignorare la sicurezza». Per l’ex sindaco «Mai la percezione di insicurezza su tutti i fronti [è] stata così alta […]. La vita degli italiani è attraversata da una crescente sensazione di ansia e di disagio per l’incolumità delle persone e dei loro beni», perché «i furti negli appartamenti e nei negozi, le aggressioni a donne, le truffe agli anziani, la violenza efferata di tanti fatti di cronaca, il ritorno delle armi da fuoco nelle grandi città, i delitti compiuti da giovanissimi». La conclusione è perentoria: «Quello della sicurezza è un tema complesso, che – la sinistra dovrebbe finalmente capirlo – riguarda gli strati più deboli della popolazione: gli anziani, chi vive nelle periferie, chi prende i mezzi pubblici. […] Per la sinistra la parola sicurezza dovrebbe smettere di essere un tabù».
Livio Pepino (magistrato in pensione), dopo aver ricordato “L’apologia dell’ordine pubblico” di Luciano Violante scritto almeno 30 anni fa, si chiede: “Cosa deve riscoprire la sinistra, se, a partire dalle elezioni politiche del 2001, ha regolarmente rincorso la destra? Quali virate in chiave sicuritaria deve ancora effettuare dopo aver dato i natali alla detenzione amministrativa (con la legge Turco-Napolitano), dopo avere varato le ordinanze contro senza tetto e marginali, dopo avere prodotto “pacchetti sicurezza” contenenti nuove fattispecie di reati e aumenti di pena, zone rosse e militarizzazione del territorio e dopo avere regalato al Paese un Ministro dell’Interno come Marco Minniti?”. Ce lo domandaimo anche noi, convinti che gli avversari non siano solo quelli che ci governano ma anche quelli che ci hanno governato e che vorrebbero ancora governarci