War keeping …di Enrico Euli

Stati volenterosi vari, guidati dai cavalieri dell’apocalisse francesi e britannici, vogliono creare la forza di rassicurazione, da mandare in Ucraina. Ma rassicurazione per chi? Non certo per la Russia. E come si può pensare di arrivare a una pace qualunque, o anche soltanto a una tregua, senza rassicurare anche e soprattutto il nemico? Non può esistere sicurezza reciproca senza reciprocità nella sicurezza. L’Europa disunita lo sa bene. E si prepara alla guerra, invitandoci – tra frizzi e lazzi – a dotarci di uno zainetto per la resilienza, per resistere chiusi in casa almeno 72 ore, magari proprio sotto un bombardamento (atomico) russo.

Intanto, Israele sotterra definitivamente i palestinesi con un volantino più spietato delle bombe: qualunque cosa vi faremo, al mondo non gliene fregherà nulla. Ed è proprio così, purtroppo. Possono fare quel che vogliono e nessuno reagirà. Così come può farlo Erdogan contro i suoi stessi cittadini. E il regime birmano, che bombarda dai cieli una popolazione già stremata dal terremoto.

In Israele ci vorrebbe un’aliyah alla rovescia: israeliani che lasciano in massa il paese per non essere complici di un genocidio. Oppure sogno un’occupazione alla rovescia: i palestinesi di Gaza che trovano la forza di abbandonare Hamas e attraversano il confine, stanziandosi in territorio israeliano.

Insisto: come già accaduto in Iran e – ancor prima – nelle primavere arabe, i regimi autocratici resistono a qualunque manifestazione di piazza, anche se quotidiane e di massa. Accade anche qui da noi, ormai. Figuriamoci lì. Gli stati vanno paralizzati in quel che li tiene in piedi: il lavoro quotidiano, le attività economiche, il sostegno alle istituzioni burocratiche in cui operiamo giornalmente. Se non si bloccano queste, e si prosegue a collaborare a quel livello, è inutile correre a manifestare ogni sera, dopo il lavoro.

E non si può proseguire a votare, quelli che ci dominano, o altri che dicono di opporsi. Primo, perché questi ultimi lì non riescono neanche più ad arrivare liberi, sani e salvi al voto; secondo, perché – anche se ci arrivassero – come già accaduto ripetutamente anche qui da noi (Cinque stelle docent) – farebbero proprio quel che contestavano ai loro avversari. Lo si dimostra di nuovo oggi: la posizione pacifista di Conte non sarebbe la stessa se fosse al governo. E i distinguo di Elly Schlein sul riarmo non avrebbero trovato alcuna voce se il PD fosse in maggioranza. Se Draghi, Monti, Letta, Gentiloni, Renzi potessero tornare a governarci oggi, sarebbero già sdraiati ai piedi della Von Der Leyen. Altro che anomalia meloniana! La situazione è talmente assurda che – per rallentare la psicosi in corso- dobbiamo confidare nei patrioti salviniani. E nel compagno Trump. Ma è una fiducia mal riposta, lo so: quando la guerra avanza nelle menti, ancor più che nelle cose, nessuno può fermarla. Neppure i più sbruffoni.

Enrico Euli, Comune, 31 marzo 2025

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