La storia ci ricorda che le città erano un luogo dell’ospitalità, dell’accoglienza, del ricovero. Oggi nelle città provvedimenti securitari (come Daspo e Zone rosse) allontanano “gli altri”: diversi, sgraditi e stranieri.
Ma la città non appartiene solo a chi in quel luogo è nato, ma anche a chi vi transita e talvolta resta e lavora, vi fa nascere, crescere e studiare i propri figli, sperando che nessuno possa più chiamarli stranieri.