Cronaca del “presidio ambientalista” del 14 dicembre

Si è svolto ieri a Biella il presidio ambientalista organizzato dal Circolo Tavo Burat che ha coinvolto i vari comitati che nel biellese, da anni, operano a difesa del territorio.
Qui di seguito una breve sunto della giornata e l’indicazione dei prossimi appuntamenti.

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“Non lasciarsi tagliare la lingua” questa frase di Tavo Burat ricordata ieri al presidio da Giuseppe Pidello nell’intervento in cui motivava la sua adesione al nostro circolo, sintetizza bene il senso dell’evento di ieri ai giardini Zumaglini, a Biella.
Abbiamo raccolto e raccontato le questioni ambientali aperte nel Biellese e fatto il punto su come, unendole, ne esca una pressione eccessiva degli interessi privati su quelli pubblici. Quello che possiamo definire “estrattivismo”, ovvero lo sfruttamento delle aree abbandonate e in crisi di invecchiamento, come lo è il nostro territorio.

C’era anche “Il suono del respiro”, gruppo teatrale libertario, che ha portato la performance “Eppure ci piace sognare”. Questa è la seconda frase importante della giornata di ieri. Ripensare il futuro, farlo insieme, è il primo passo per modificare quello che ci circonda, che, evidentemente, sta andando nella direzione sbagliata.
“Il suono del respiro” ha ripreso le parole dai libri scritti in carcere da Nicoletta Dosio e da Leonard Peltier. Nicoletta Dosio è un’attivista No Tav che sta subendo duramente la repressione e Leonard Peltier è un nativo americano ingiustamente recluso da quasi 50 anni nelle carceri USA. L’ultima possibilità di uscire , ottantenne e malato, dalla detenzione è che Biden gli conceda la grazia prima di cedere il mandato da Presidente degli USA.

La storia di Peltier rappresenta bene quanto l’estrattivismo faccia anche rima con colonialismo.

“Certo la vicenda degli indiani d’America è molto più grande” ha detto Anna Andorno del Movimento Valledora raccontando la folle concentrazione di impiantistica per i rifiuti che, in soli vent’anni, è stata realizzata tra Biellese, Vercellese e Canavese “ma le dinamiche di quel colonialismo sono le stesse che subiamo noi. Arrivano i potentati, si insediano sul territorio, costruiscono alleanze con i potenti locali, comprano e smembrano il tessuto sociale. Ma noi siamo tenaci”. Tenacia che ha pagato, visto che, al momento, l’inceneritore di Cavaglià è stato respinto dal parere delle Provincia di Biella. Certo A2A, l’azienda che lo vorrebbe realizzare, ha fatto ricorso. E noi come circolo interverremo, insieme alle altre associazioni, perché il diniego della Provincia non venga ribaltato dal Tribunale.

Cosa che è successa invece a Salussola con la discarica di Amianto. Come ha raccontato Rita Daniela del Comitato Salussola Ambiente e Futuro, è stata ribaltata la sentenza del Tribunale di Stato che dava ragione al comitato e ai produttori di riso. La sentenza si pronunciò contro la discarica e la sua prossimità alle produzioni DOP di riso di Baraggia. E’ seguita un’altra sentenza del Consiglio di Stato che ha ribaltato quella del TAR. L’ultima speranza è un ricorso per revocazione della sentenza del Consiglio di Stato intrapreso dalle sorelle Turletti, proprietarie di un’azienda risicola.

Infine è intervenuto Daniele Gamba spiegando che la questione della diga in Valsessera, mega progetto a cui ci opponiamo, potrebbe chiudersi con un successo. Scadendo i tempi del procedimento della Valutazione d’Impatto Ambientale con cui era stato autorizzato questo impianto, a meno di inserimenti in extremis in decreti governativi o legge finanziaria, non verrà realizzata se non aprendo un nuovo procedimento.

Il Circolo Tavo Burat, con il presidio di ieri, intende unire le singole vertenze e inquadrare il Biellese in una ridefinizione comune, processo necessario per la sua rinascita. “Se riusciremo a fare arrivare nuovi abitanti nel Biellese” ha detto Giuseppe Pidello al termine del suo intervento ieri ai giardini Zumaglini “non devono essere nuovi colonizzatori, ma persone preparate a ciò che incontrano e a chi incontrano”.
Quindi la scelta che si impone per il futuro, quella tra continuare nell’ “estrattivismo” delle risorse o proporre un nuovo ambientalismo che veda nel ripopolamento della montagna e della campagna un processo di riequilibrio dell’azione dell’essere umano nei confronti delle risorse naturali.
Sarà il filo conduttore dell’incontro che faremo lunedì 16 dicembre, domani, alle 18:00 da Autentico, in via Tripoli 17, con Filippo Barbera, autore di “Le piazze vuote”.

Il Presidente – Ettore Macchieraldo
Circolo Tavo Burat

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