La crisi industriale in Italia

A luglio 2024 l’Istat stima che l’indice destagionalizzato [1] della produzione industriale diminuisca dello 0,9% rispetto al mese giugno. Nella media del periodo maggio-luglio si registra un calo del livello della produzione dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti, e al netto degli effetti di calendario la produzione è scesa del 3,3% rispetto allo stesso mese del 2023.

L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per l’energia (+2,3%); mentre cala per i beni intermedi (-0,7%), i beni strumentali (-1,2%) e i beni di consumo (-2,3%). Anche a livello tendenziale si registrano incrementi solo per l’energia (+1,5%), mentre calano i beni intermedi (-2,8%) e in misura più accentuata i beni strumentali (-4,2%) e i beni di consumo (-5,2%). I settori di attività economica con il segno più sono la fabbricazione di prodotti chimici (+3,9%), le industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,5%) e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+1,9%). Quanto alle flessioni, le più ampie riguardano le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-18,3%), i mezzi di trasporto (-11,4%), con l’auto che continua ad affossare il comparto visto che la produzione di Stellantis in Italia è crollata nel primo semestre del 2024 a -29,2% rispetto allo stesso periodo del 2023, e nell’attività estrattiva (-5,9%).

Non può essere di consolazione il fatto che l’inflazione per il 2024 risulti in agosto pari a +0,7% in Italia, mentre è al +2,3% nell’area euro. Né che, scrive l’Istat, “l’economia italiana appare ancora in crescita nel secondo trimestre con il Pil che ha segnato un lieve aumento su base congiunturale (+0,2%)”. Perché in questo quadro “va segnalato l’apporto modesto da parte dei consumi”, e risultano “in netto peggioramento anche le attese sulla capacità di risparmio”.

Conclusioni dell’Istituto di statistica: “In Italia la fase di discesa dell’indice della produzione industriale, comune anche ad altri Paesi dell’Ue e particolarmente marcata in Germania, non sembra ancora conclusa

da un articolo di Riccardo Chiari, il manifesto

[1] Metodo statistico atto a identificare e rimuovere le fluttuazioni di carattere stagionale di una serie storica, che impediscono di cogliere correttamente l’evoluzione dei fenomeni considerati. 

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