Pubblicato nel 2020 dalla “Pluto Press” di Londra, è merito delle edizioni di Altraeconomia la pubblicazione in Italia de Il costo della spedizione gratuita. Amazon nell’economia globale (pp. 318, euro 24) libro curato da Jake Alimahomed-Wilson ed Ellen Reese, entrambi docenti di sociologia nelle università di quella California ormai da oltre mezzo secolo fucina dei più importanti rivolgimenti economici e tecnologici che hanno trasformato, nel bene e nel male, la struttura intera della società contemporanea.
Il volume raccoglie una serie di saggi di autorevoli studiosi che insieme raccontano i meccanismi dell’espansione strategica di Amazon, tra le multinazionali più potenti al mondo, che però guarda ai risultati raggiunti dal suo marketing aziendale evidenziando soprattutto le prevaricazioni, in troppe circostanze veri e propri soprusi, perpetrate nei confronti dei suoi lavoratori per raggiungere gli obiettivi conquistati e riconosciuti in tutto il mondo grazie a un potere di controllo economico ottenuto attraverso processi di produzione molto più semplificati rispetto alla potenziale concorrenza, che si traduce nella possibilità di immettere nel mercato prodotti a un costo sensibilmente più basso: una politica dei prezzi da più di qualcuno definita predatoria, che in pratica annulla la concorrenza degli altri rivenditori.
Ci troviamo dunque di fronte alla più grande realtà economica del mercato internazionale portata avanti, ormai è noto, anche grazie ad altre ricerche che si sono occupate di questo tema, anche in virtù di una ferma e spietata politica antisindacale.
Sì, perché oltre la patina di una progettualità a tratti quasi futuristica che ha reso ricchi – anzi ricchissimi – e famosi Jeff Bezos e la sua cerchia, la cruda realtà ci riporta invece indietro nel tempo, perché il vero segreto del successo di Amazon oggi come ieri continua a essere lo sfruttamento dei lavoratori, caratterizzato in particolare dallo stress psicofisico al quale vengono sottoposti per garantire folli tassi di produttività, comprendendo in questa pratica ai limiti del disumano tanto i corrieri quanto gli addetti ai magazzini, le anime pulsanti e insostituibili dell’intera sua filiera.
Suddiviso in quattro sezioni, i vari saggi contenuti nel libro introducono il lettore prima all’ascesa di Amazon come potenza globale analizzandone contesto, struttura ma anche vulnerabilità, oltre al rapporto con il dominio di Internet, che troppo somiglia a una manifesta espressione di “capitalismo della sorveglianza”; poi si approfondisce in quali forme venga concretizzato il fenomeno dello sfruttamento del lavoro all’interno dell’azienda, raccontando anche storie di resistenza da parte delle prime organizzazioni di lavoratori che tentano di opporsi alle imposizioni del padrone.
Nella terza parte, dopo aver indicato alcune caratteristiche di una nuova classe operaia sedimentata nei magazzini Amazon di Paesi quali Germania, Francia e la stessa Italia, viene invece descritto come alcune comunità, in particolare negli Stati Uniti, riescano seppur a fatica a resistere alla prepotenza quasi senza possibilità di alternativa dell’e-commerce, da Seattle a New York, sino alla California meridionale.
Si arriva così all’ultimo capitolo decisamente battagliero già dal titolo, “Vincere la lotta contro Amazon”, da cui estrapoliamo un significativo passaggio, che chiama in causa anche una battaglia tutta italiana: “Nel 2017 in Italia, in occasione del Black Friday, ha avuto luogo uno sciopero presso un enorme centro di distribuzione (a Piacenza, ndr); lo sciopero è stato guidato dalla più importante federazione operaia italiana, la Cgil. Durante i Prime Days del 2019, Ver.Di, la federazione sindacale industriale tedesca, ha guidato uno sciopero di due giorni a cui hanno partecipato 2.000 magazzinieri suddivisi tra sette stabilimenti. Si può imparare molto da questi e da altri esempi emozionanti per ispirare i lavoratori di tutto il mondo. È fuor di dubbio, comunque, che l’aiuto e la solidarietà reciproca a ogni livello saranno sempre fondamentali. Di sicuro, la solidarietà dovrà estendersi al di là dei magazzinieri fino a comprendere i corrieri e gli ingegneri del software a livello mondiale… …Tuttavia, e cosa più importante, qualunque strategia per ottenere vittorie contro Amazon dovrà focalizzarsi sul “ventre della bestia” – la madrepatria della multinazionale, dove è impiegata la maggior parte della forza lavoro”.
Dall’America all’Europa la bestia-Amazon, se non sconfitta, ora può essere almeno combattuta con qualche speranza di vittoria: dove la vittoria, ancora una volta, si traduce nel rispetto e la tutela dei diritti fondamentali di ogni lavoratore
Collettiva, 11 agosto 2024
Sono assolutamente d’accordo che vadano portate avanti le lotte per la difesa dei diritti di questi lavoratori. Però, credo siano altrettanto necessarie anche delle azioni di educazione, sensibilizzazione e responsabilizzazione dei consumatori. Non è ammissibile che questi ultimi non abbiano coscienza del fatto che il loro sfizio di aver consegnato la domenica mattina quanto ordinato il sabato pomeriggio, vada a scapito delle tutele delle condizioni di lavoro di chi garantisce questo servizio. E se questa consapevolezza non manca affatto, ma viene facilmente accantonata, allora il “mostro”, secondo me, purtroppo non è solo Amazon.