La resistenza a uno sgombero a Torino.

In corso Vigevano, a nord della Dora, si trova uno stabile fatiscente che appartiene a uno dei più spregiudicati palazzinari di Torino. Sebbene le condizioni della struttura siano indecenti, qui abitano persone che non riescono a trovare casa altrove. Il proprietario nell’ultima stagione ha deciso di sfrattare gli abitanti impiegando metodi informali e violenti, spesso con un ambiguo, opaco supporto delle forze dell’ordine. In un recente articolo abbiamo descritto la storia dello stabile e abbiamo mostrato in che modo anche le amministrazioni locali siano responsabili della situazione attuale. Giovedì 30 maggio un gruppo di solidali ha bloccato un nuovo tentativo di sgombero e ha costretto le istituzioni ad assumersi la responsabilità di una soluzione politica. Riportiamo qui il comunicato del gruppo di solidali redatto il 7 giugno.

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Come gruppo di solidali, avvocate e attivisti per il diritto alla casa, ci interroghiamo su quale sia il futuro degli abitanti di corso Vigevano 41, un caseggiato che appartiene a una società riconducibile a Giorgio Molino.

Da febbraio, nel silenzio generale, gli abitanti di corso Vigevano sono stati soggetti a continui sfratti: le porte degli appartamenti sono state murate in un clima di arbitrarietà, paura e minacce, sia da parte della polizia che dei rappresentanti della proprietà. Il 6 maggio, il comune di Torino ha emesso un’ordinanza di sgombero per inagibilità del primo piano dell’edificio, come risposta ad un incendio divampato a fine febbraio a causa delle condizioni di incuria e abbandono dello stabile.

La stessa ordinanza sottolinea come la proprietà abbia già “allontanato” una parte degli inquilini nei mesi precedenti: è quindi evidente che la misura prevista dal comune si concentri esclusivamente sullo sgombero dello stabile senza preoccuparsi di offrire soluzioni ai suoi abitanti. Nelle settimane successive, è stata anche staccata la corrente all’intero edificio, peggiorando ulteriormente le condizioni di vita al suo interno.

Giovedì 30 maggio, la proprietà ha tentato l’ennesima operazione di sgombero, più o meno lecita, dell’edificio e, contestualmente, di eseguire tre sfratti: la presenza di avvocati e solidali e l’opposizione degli abitanti hanno portato ad un accordo con la proprietà e con gli uffici dei servizi sociali comunali. L’accordo prevedeva che l’esecuzione dello sgombero sarebbe stata sospesa fino a quando il comune non avrebbe provveduto a trovare soluzioni abitative alternative; parallelamente, la proprietà si era impegnata a ripristinare la corrente elettrica nello stabile per garantire le condizioni minime di abitabilità.

Negli ultimi giorni, la proprietà è venuta meno alla parola data, sottraendosi agli impegni presi e scaricando la responsabilità sul comune, che a sua volta non ha ancora concretizzato le garanzie espresse il 30 maggio.

Nel corso degli anni, Acaja Srl, insieme alle decine di società riconducibili al palazzinaro Giorgio Molino, si è resa responsabile di molteplici truffe, speculazioni, sfratti eseguiti con la forza, contratti di affitto irregolari e affitto di alloggi privi di ogni requisito di vivibilità e sicurezza: lo stato disastroso e disumano in cui versa lo stabile di corso Vigevano 41 non è un caso isolato, ma una situazione comune a quella di tantissimi immobili di proprietà di Molino.

Troviamo inaccettabile che nella città di Torino, nel mezzo di un’emergenza sfratti e di una gravissima crisi abitativa, le istituzioni cittadine continuino a tollerare le attività e i guadagni opachi del famigerato “Ras delle soffitte”: la situazione di corso Vigevano 41 è stata provocata dalla stessa proprietà che continua tutt’ora a ricavare profitto e a riscuotere affitti nello stabile e che nell’esecuzione dello sgombero vede soprattutto la possibilità di nuovi affari e speculazioni.

I metodi e le attività di Acaja Srl sono noti e documentati: proprio per questo motivo, chiediamo che il comune e i servizi sociali prendano in carico gli abitanti e le abitanti di corso Vigevano 41, dando continuità agli impegni assunti il 30 maggio e sospendendo lo sgombero in atto. Per far fronte alla crisi abitativa torinese sono necessarie misure decise, che diano concretezza al diritto alla casa: in questo senso, la vicenda di corso Vigevano 41 è emblematica e non può più essere ignorata. (

solidali con gli abitanti, MONiTOR, 8 giugno 2024

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