Torino per Gaza :: Firma. Insieme agli studenti che occupano le Università

Il Coordinamento Cittadino Torino per Gaza, nato con lo scopo di unire le forze di realtà e organizzazioni molto differenti tra loro, accomunate dal forte senso di ingiustizia causato dall’atteggiamento dei governi occidentali a fronte del genocidio che sta avvenendo a Gaza, condivide e supporta pienamente l’Intifada studentesca, che ormai da due settimane occupa tre importanti poli universitari nella nostra città.
Le associazioni, le organizzazioni e tutte le altre componenti della società civile, che credono nei valori universali della libertà, della giustizia, della dignità, non come un privilegio di alcuni, ma come un diritto di tutti i popoli, stanno attivamente supportando e partecipando alle iniziative dell’occupazione studentesca.

Proprio per supportare questo movimento spontaneo, nato dalle nostre stesse rivendicazioni, sintomo di una rivoluzione culturale in atto, vogliamo esprimere la nostra posizione fortemente contraria alla stipulazione passata, presente o futura, di accordi con università israeliane o altri poli accademici che abbiano responsabilità di supporto o connivenza con una politica di apartheid, razzista o classista.
Inoltre, la posizione dei cittadini e cittadine, di varie fasce d’età, che il coordinamento rappresenta, è fortemente contraria e condanna la stipulazione di accordi economici o di ricerca passati, presenti e futuri con industrie belliche o indirettamente legate all’apparato bellico.

Riteniamo che queste occupazioni siano un punto nevralgico della rivoluzione culturale alla quale stiamo assistendo: le università sono e devono essere luogo di incontro, riflessione, approfondimento e dibattito circa le dinamiche sociali e storiche che hanno portato a questo genocidio, tuttavia, con il passare degli anni, sono sempre più una componente fondamentale della macchina bellica e di sfruttamento dell’Occidente, che a questo genocidio ha fornito armi e appoggio.
In Italia, oggi, il fine ultimo dell’intero sistema formativo è divenuto la produzione di soggetti utili all’interno del mondo del lavoro, invece della crescita personale, della valorizzazione della cultura e  dei cambiamenti sociali possibili grazie alla conoscenza in ogni sua forma.
Ma non solo in Italia vige questo sistema. Nel mondo, infatti, migliaia e migliaia di studenti si stanno ribellando sia contro il genocidio in corso a Gaza sia contro il legame delle università con quelle israeliane, complici con il sistema di apartheid e occupazione, e con le industrie belliche.
La richiesta studentesca che le università interrompano ogni legame con le università israeliane e con le società legate all’industria bellica è di portata storica ed è in linea con le posizioni della Corte Internazionale di Giustizia, che ha messo sotto accusa Israele definendo la “plausibilità del genocidio” e della Corte Penale Internazionale che ha richiesto mandati d’arresto per il primo ministro Netanyahu e il ministro della difesa Yoav Gallant.

Se questo non bastasse, il 24 maggio 2024 la stessa Corte Internazionale di Giustizia ha ordinato a Israele di fermare l’operazione a Rafah commentando “gli effetti catastrofici che avrebbe avuto sulla popolazione palestinese”.
La notte tra il 26 e il 27 maggio, Israele ha bombardato un campo profughi a Rafah, dichiarato “zona sicura” pochi giorni prima, facendo bruciare vive 45 persone.
Ci sembra quindi fondamentale solidarizzare con chi sta affrontando un duro confronto con le istituzioni, compreso il Politecnico di Torino e UniTo, complici dei crimini perpetrati da Israele che provano con ogni mezzo a denigrare il valore della lotta in corso.

Ma, come ha detto Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, in un’intervista pochi giorni fa, “ormai il treno non si ferma”: il mondo sta assistendo a cosa tutto questo produce, e le occupazioni non cesseranno prima di avere ottenuto giustizia.

Chiediamo che i Rettori Corgnati e Geuna diano una risposta a studenti e studentesse e riaprano le istituzioni democratiche dell’università dando voce alle richieste di cessazione di tutti gli accordi con finalità bellica e con le istituzioni genocidarie. Che finisca il silenzio istituzionale su questo massacro!
Apriamo con questo appello una raccolta firme alla cittadinanza in supporto alle intifada studentesche e alle sue richieste, invitando al dialogo e all’attivazione tutte quelle organizzazioni che nonostante il supporto e la solidarietà alla Palestina ancora non hanno avuto occasione di confrontarsi con studenti e studentesse in lotta.

Insieme agli student in lotta! Stop alla complicità, Stop armi a Israele!

Par firmare questo appello come cittadino o come organizzazione compila il modulo:

https://forms.gle/NU1GvtYMvQky7Srz8

Se condividete fate girare intorno a voi, per favore. C’è bisogno del sostegno di tutt*.

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