Il colonialismo francese, il nichel e le armi in Nuova Caledonia …di Alessandro Scassellati

Violente proteste sono scoppiate nell’arcipelago francese del Pacifico meridionale (composto di circa 500 isole) mentre tensioni emerse negli ultimi decenni sono giunte al culmine. La Nuova Caledonia è un territorio francese d’oltremare, di fatto una colonia, a quasi 17 mila km da Parigi. Se in passato il Pacifico meridionale era un’area relativamente tranquilla, oggi è al centro della grande rivalità tra la Repubblica Popolare Cinese e gli Stati Uniti. Macron ha cercato di riaffermare l’importanza della Francia nella regione del Pacifico, dove la Francia ha un’impronta strategica attraverso il controllo di territori che includono la Nuova Caledonia, la Polinesia francese, Wallis-et-Futuma, la Réunion e Mayotte. È l’unico paese dell’UE ad avere territori nell’Indo-Pacifico dove vivono oltre 1,6 milioni di cittadini francesi e 7.000 soldati. Situata tra l’Australia e le Fiji, la Nuova Caledonia è uno dei numerosi territori coloniali francesi che si estendono dai Caraibi, all’Oceano Indiano e al Pacifico che rimangono parte della Francia postcoloniale. È uno dei cinque territori insulari francesi nell’Indo-Pacifico, un “filo di perle” che rafforza la pretesa di Parigi di avere la seconda zona economica esclusiva più grande del mondo, in gran parte grazie al suo controllo marittimo delle acque intorno a quelle isole. Così, la Nuova Caledonia sostiene il ruolo della Francia come grande potenza nel mondo, ma sono gli indigeni Kanak a pagarne il prezzo.

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