Davvero ipocrita questa campagna contro le manganellate della Polizia. La Polizia lo fa (e l’ha sempre fatto) tutte le volte che lo ritiene opportuno, ciò dipende da circostanze locali, dalle coperture politiche e dagli interessi in gioco in quel momento. Quando la polizia si astiene dalla repressione violenta lo fa perché riceve direttive in tal senso e le ragioni sono sempre politiche.
La Polizia fa un lavoro politico: mantenere l’ordine. Si può credere alla bontà di quell’ordine e quindi si esprime solidarietà alle “forze dell’ordine”, ma se si crede che quell’ordine debba essere messo in discussione e in qualche modo sovvertito, alla Polizia si muovono le stesse critiche che si fanno al sistema che ha bisogno di quell’ordine per continuare ad esistere.
E’ così che la nostra solidarietà va alle studentesse e agli studenti picchiati dalla polizia, così come va al migrante che doveva essere rinchiuso in un CPR (per essere, forse, espulso), che qualcuno ha cercato di liberare!
Noi pensiamo che si debba scegliere senza ambiguità. Noi abbiamo scelto da che parte stare.